Revue Romane, Bind 33 (1998) 1

Alberto Gil : Textadverbiale in den romanischen Sprachen. Eine integrale Stadie zu Konnektoren und Modalisatoren im Spanischen, Franzôsischen und Italienischen. Peter Lang, Frankfiirt am Main, 1995. X + 444 p.

Gunver Skytte

L'obbiettivo di questo lavoro è di descrivere l'uso degli avverbiali con funzione connettiva e con funzione modale in prospettiva contrastiva nelle lingue spagnola, francese e italiana. Come denominatore comune per questi avverbiali, dei quali è distintiva la funzione testuale, Alberto Gii (AG) adopera il termine Textadverbial (TA).

Il lavoro è suddiviso in 7 capitoli, preceduti da una introduzione (Einleitung, p. 1-7),
seguiti da un'appendice (Anhang, p. 387-444).

Il primo capitolo dibatte il concetto di 'Textadverbiale', partendo dal classico lavoro di Greenbaum (Greenbaum, Sidney : Studies in English Adverbial Usage, London, 1969). Nell'additare le delimitazioni dei criteri di classificazione formale basati sulla sintassi frasale in uno studio che, come il suo, comprenda la prospettiva testuale, AG, con riferimento al concetto di avverbi pragmatici, secondo la definizione di M.-E. Conte, ribadisce la necessità di una descrizione che includa anche criteri semantici e pragmatici. Conformemente a tale principio, AG descrive i TA a tre livelli distinti secondo i tratti sintattici, semantici e pragmatici, con particolare riguardo ai fenomeni interrelazionali. Secondo la funzione degli avverbiali testuali, questi sono suddivisi in 'Diskursbrückerí DB ('ponti discorsivi'), i quali servono a collegare tra di loro in modo logico-esplicito i segmenti testuali, e Diskurskommentare ('commenti discorsivi'), i quali esplicitano l'atteggiamento del mittente davanti al contenuto dell'enunciato. L'adozione di questi termini viene giustificata con un riferimento alla necessità di marcare la distinzione tra gli avverbiali testuali dotati di semantica indipendente ('Eigenbedeutung') e i connettivi e i modalizzatori in genere, che comprendono anche elementi «desemantizzati».

Nel capitolo 2, Konnektoren und Modalisatoren : zum Stand der Forschung, AG passa in rassegna lo stato attuale delle ricerche nel campo della connessione e della modalizzazione, come esposto nelle grammatiche delle tre lingue romanze in questionenonché nelle monografie più importanti sull'argomento. Nel capitolo 3, Kriterien zur Klassifikation der Textadverbiale, vengono esposti i criteri di classificazionesecondo il livello sintattico, il livello semantico e il livello pragmatico dei DB e dei DK. Mentre per il livello sintattico i criteri per la descrizione delle due categorie

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sono uguali (posizione, portata o 'scope' e segmentazione), per quanto riguarda il livello semantico i DB sono caratterizzati dal tipo di collegamento semantico che veicolano tra le sequenze testuali (come p. es. addizione, consecuzione ecc), mentre i DK semanticamente sono suddivisi secondo il tipo di modalità espresso. Al livello pragmatico, per i DB viene considerato il tipo di progressione tematica e per i DK il tipo di atto linguistico.

Il capitolo 4, Textwissenschaftliche Beschreibung der Textadverbiale presenta il corpus della ricerca che comprende 1260 pagine (cioè 420 pagine per ognuna delle tre lingue) scelte tra tre tipi di testo scritto : prosa giornalistica (commenti), discorso politico e prosa scientifica. Dopo vari dati quantitativi riguardanti la frequenza e la relazione typetoken nelle tre lingue, AG procede all'analisi degli avverbiali secondo il punto di vista onomasiologico, seguita da un'analisi che parte dal punto di vista semasiologico.

Kontrastive Analyse der Textadverbiale è il titolo del capitolo 5, in cui l'autore confronta l'uso dei TA nelle tre lingue dal punto di vista onomasiologico e dal punto semasiologico, dimostrando la polifunzionalità di molti TA nonché le possibili interferenze tra le tre lingue : «les vrais et faux amis»). Il capitolo 6, Gesamtergebnisse der Untersuchung, riassume i risultati dell'indagine rilevando i desiderata e le prospettive per ulteriori ricerche nel campo, mentre il capitolo 7 comprende un'ampia bibliografia, che è suddivisa secondo lavori grammaticali e monografie. L'appendice (Anhang) presenta in forma sinottica un elenco dei TA più frequenti del corpus, con indicazione di tratti sintattici, semantici e pragmatici.

Nel suo insieme, grazie all'elaborazione scrupolosa e sistematica e all'ampiezza del materiale, questo lavoro si presenta come un contributo importante alle ricerche sulla connessione e sulla modalizzazione a livello testuale nelle tre lingue romanze. Il resoconto assai dettagliato dello stato delle ricerche (come lo chiama lo stesso AG, ma di cui si sarebbe potuto far rilevare anche la prospettiva storica) costituisce in sé una rassegna assai informativa per il lettore, e allo stesso tempo serve all'autore per precisare il proprio punto di partenza.

In senso metodologico, per la classificazione dei DB e dei DK va notata l'importanza fondamentale attribuita alla netta distinzione tra i livelli della sintassi, della semantica della pragmatica, nonché ai vari fenomeni di interrelazione tra questi livelli. È questo uno dei grandi meriti del lavoro che porta, tra l'altro, alla dimostrazione della correlazionetra tipo di classe semantica e funzione pragmatica nella progressione informativa del testo, per cui AG (p. 122) si basa sulla suddivisione in 5 tipi principali di Danes : «1. Die einfache lineare Progression; IDer Typus miteinem durchlaufenden Thema; 3. Die Progression mit abgekiteten Themen; 4. DieEntwiddungeinesgespaltenen Rhemas; 5. TP miteinem ihematischen Sprung». Come esempio del rendimento di tale procedimento, che mi sembra promettente per ulteriori ricerche nel campo, rimando alle pagine 183-189,in come sottocapitolo dell' Onomasiologische Analyse der Diskursbrücken viene trattatala classe semantica di Subtraktion dei DB. Per questa classe i risultati quantitatividimostrano una frequenza particolare di tale funzione in sequenze testuali che servono a far progredire l'informazione testuale, come p.es. 'Einfache lineare Progression,Gespaltenes Rhema' e 'EinfUhrung einés neuen Themas', e a differenza della classe

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semantica di Addition appare relativamente spesso la funzione pragmatica di Verlassenseines con i tratti sintattici di prima posizione, portata anaforica, DB segmentata. L'esemplificazione seguente dimostra l'uso e la scelta di avverbiali specifici secondo le tipologie testuali.

La delimitazione categoriale dell'oggetto di studio alla classe avverbiale, definita Textadverbiale, e cioè una delimitazione ad una classe che, nonostante il primo elemento della composizione Text-, appartiene al quadro sintattico della frase, mi sembra elemento disturbante rispetto alla scopo comparativo del lavoro, anche se l'autore esplicitamente, quasi a prevenire tale critica, ha dichiarato a varie riprese che nell'indagine presentata non si tratta di «nach unterschiedlichen Verfahren in verschiedenen Sprachen zu suchen, um konkrete semantisch-pragmatische Begriffe zu versprachlichen, sondern darum, die Leistung von TA im Spanischen, Franzôsischen und Italienischen kontrastiv zu analysieren» (p. 295). In altre parole, invece di servirsi di un approccio onomasiologico che permettesse di identificare codificazioni equivalenti nelle lingue esaminate, l'obbiettivo di AG è quello di chiarire il rendimento di TA corrispondenti nelle tre lingue romanze in senso contrastivo. Ma, proprio nel senso comparativo, i risultati della ricerca (del resto, come rilevato in precedenza, assai notevoli) non mi sembrano particolarmente rilevanti. A proposito dell'analisi semasiologica, l'autore conclude : «Die Zusammenfuhrung der einzelsprachlichen TA-Systeme (...) hat gezeigt, dass unter dem Spanischen, Franzôsischen und Italienischen mehr «echte» als «falsche Freunde» vorhanden sind» (p. 356). AG descrive anche alcuni casi di divergenza, per i quali fra l'altro fa osservare la tendenza a «Bedeutungsverschiebung» e «Desemantisierung» (p. 257 ss.). A mio avviso, invece, sarebbe stato più utile dimostrare il carattere complesso delle differenze. A questo proposito rimando all'ottimo lavoro di Corinne Rossari : Les opérations de reformulation. Analyse du processus et des marques dans une perspective contrastive français-italien, Berne, 1994, in cui vengono trattati i connettivi di riformulazione come p.es. en somme, insomma, défait, en fait, infatti, difatti, di fatto, en effet, in effetti ecc. secondo una metodologia originale nel campo della linguistica contrastiva che mette a confronto la distribuzione dei connettivi nelle due lingue da un punto di vista funzionale, per concludere tra l'altro : «On a ainsi pu réaliser que chaque langue possède des opérations de reformulation qui lui sont propres et qui, par conséquent, ne trouvent aucun équivalent dans l'autre langue. (...) En comparant le fonctionnement de connecteurs aussi proches morphologiquement (...), on a constaté que le critère de la proximité morphologique n'est pas pertinent pour le choix d'un correspondant» (p. 203-204).

Per concludere vorrei anzitutto rilevare che il lavoro di AG s'inserisce tra gli studi sulla connessione e la modalizzazione come un importante punto di riferimento. AG presenta una ricca esemplificazione di casi citati nel cotesto rilevante, accompagnati da un'analisi ponderata e da osservazioni perspicaci, in una forma aperta che invita e ispira, nel senso più positivo del termine, a ulteriori indagini.

Università di Copenaghen