Revue Romane, Bind 29 (1994) 1

La semantica della scelta modale nei condizionali italiani*

di

Marco Mazzoleni

0. Introduzione

In questo articolo intendo delineare un'analisi del significato dei costrutti condizionali (tradizionalmente periodi ipotetici) in italiano standard. Per prima cosa descriverò la semantica della congiunzione subordinante se, limitandomi ai suoi aspetti vero-funzionali, poiché sono questi ad interagire in maniera interessante con il significato della scelta modale, che è il punto fondamentale del mio discorso. Dopo di che illustrerò la concordanza dei modi e dei Tempi per i periodi ipotetici nei termini delle categorie casus realis, casus possibilis, e casus irrealis, ereditate dalle grammatiche tradizionali ad ispirazione greco-latina. Mostrerò quindi i limiti descrittivi ed esplicativi di questa tricotomia: la morfosintassi dei costrutti in casus realis permette infatti interpretazioni non solo ipotetiche ma anche fattuali, ed addirittura controfattuali; invece la morfosintassi dei costrutti in casus irrealis non comporta sempre e necessariamente un'interpretazione irreale o controfattuale.

Dopo questa pars destruens passerò ovviamente ad una pars construens, proponendo come base per la scelta modale nei periodi ipotetici italiani una dicotomia morfosemantica in luogo della tripartizione classica: si vedrà che la nuova categorizzazione funziona sia con i costrutti 'normali', sia con quelli più 'strani' - ingestibili con le distinzioni tradizionali -, e permette inoltre di ridefinire la controfattualità, che non viene più considerata un significato espresso direttamente a livello morfosintattico, ma un «effet de sens» (cfr. de Cornulier 1985) complesso, risultante dalla 'cooperazione' fra i significati grammaticali ed il confronto tra i contenuti proposizionali (le proposizioni espresse) ed il contesto enunciativo.

Side 18

1. Il significato di se

Un periodo ipotetico, o costrutto condizionale, è una frase complessa, costituita da una frase dipendente introdotta da se («protasi»), e da una frase reggente («apodosi»): a livello intuitivo la semantica dei costrutti condizionali, che secondo me corrisponde in linea di massima al significato della congiunzione subordinante se, comporta che nell'enunciazione della protasi un parlante ipotizzi una proposizione (d'ora in avanti «p»), che serve come condizione per la proposizione (d'ora in avanti «q») espressa neh"apodosi.

Per esempio, un'enunciazione di (1) ipotizza che una volta soddisfatta la condizione di una partenza mattiniera (cioè, p), si avrà come conseguenza un viaggio sicuro con poco traffico (cioè, q); se la partenza mattiniera è seguita da un viaggio nel traffico più denso (cioè, non-q), l'enunciazione di (1) sarà considerata un 'cattivo' consiglio, oppure una previsione sbagliata: la semantica di un costrutto condizionale non consente che p risulti vera e che q risulti falsa. Le due proposizioni non sono «asserite» indipendentemente, ma data p, deve seguirne q; questa parte del significato di se può essere rappresentata con lo schema (2):

(1) Se partiamo abbastanza presto, non troveremo molto traffico

(2)


DIVL456

Ma il significato di un costrutto condizionale non viene esaurito dalla caratterizzazione appena presentata: nella conversazione quotidiana, ordinaria, un'enunciazione di (1) suggerisce anche che una partenza tardiva (cioè, nonp) avrebbe come conseguenza un viaggio nel caos del traffico (cioè, non-q); nei termini di Geis e Zwicky (1971), una frase della forma 'se p, q' sollecita l'inferenza («invites thè inference») 'se non-p, non-q': così si può dire che il costrutto (3) rappresenta l'inferenza sollecitata da (1). Se la partenza tardiva è seguita da un viaggio assolutamente tranquillo, con le strade vuote (cioè, q), l'enunciazione di (1) verrà di nuovo considerata un 'cattivo' consiglio, oppure una previsione sbagliata: la semantica di un costrutto condizionale non consente che p risulti falsa e che q risulti vera; questa seconda parte del significato di se può essere rappresentata con lo schema (4):

(3) Se non partiamo abbastanza presto, troveremo molto traffico

(4)


DIVL464

Quindi un costrutto condizionale indica che le due proposizioni espresse possono risultare entrambe vere, oppure entrambe false: ma p e q devono avere lo stesso valore di verità, che sia il vero o il falso. Questo significato può essere rappresentato con lo schema (5) - unione di (2) e (4) -, che rappresentaperaltro anche il significato di un costrutto come (6) - ragionevole parafrasi di (1) più (3) - normalmente chiamato «bi-condizionale»: ed infatti, di nuovo nei termini di Geis e Zwicky (1971), di solito un periodo ipotetico

Side 19

viene «perfezionato» (perfected), cioè interpretato come bi-condizionale,
grazie all'inferenza sollecitata.

(5)


DIVL470

(6) Solo se partiamo abbastanza presto non troveremo molto traffico

Ma ciò non vuoi dire che se e solo se siano sinonimi, né che i periodi ipotetici ed i costrutti bi-condizionali abbiano lo stesso significato; infatti, come è stato sottolineato da de Cornulier (1983, e 1985, p. 79-82), un periodo ipotetico può essere interpretato come bi-condizionale, ma non deve necessariamente esserlo, poiché può avere solo il significato 'non-perfezionato' rappresentato nello schema (2). Quindi non in tutti contesti se risulta intercambiabile con solo se: l'esempio (7a), la cui protasi contiene due infiniti coordinati, con due condizioni distinte, è semanticamente equivalente ad (8a), con due protasi coordinate; ma mentre in (7a) possiamo sostituire se con solo se, ed ottenere un costrutto come (7c), che è il bi-condizionale parafrasi propria di (7a) più la sua inferenza sollecitata (7b), in (8a) non possiamo sostituire i due se con due solo se, e non possiamo assegnare interpretazione bi-condizionale ad entrambe le protasi, poiché il significato di solo (sul quale cfr. Longobardi 1988, p. 653) si scontrerebbe con il significato di e ('p Vero E q Vero') che le coordina: l'esempio (8b) risulta infatti inaccettabile.1

(7)a. Se continua a non piovere e a non nevicare, la prossima estate rischieremo la
siccità
b. Se non continua a non piovere e a non nevicare, la prossima estate non
rischieremo la siccità
c. Solo se continua a non piovere e a non nevicare la prossima estate rischieremo
la siccità

(8)a. Se continua a non piovere e se continua a non nevicare, la prossima estate
rischieremo la siccità
b. ?Solo se continua a non piovere e solo se continua a non nevicare, la prossima
estate rischieremo la siccità

Lo schema (5), che ripresentiamo qui sotto corretto come (9a), rappresenta quindi in realtà il significato di un costrutto bi-condizionale (cioè del connettore solo se), mentre il significato di un periodo ipotetico 'semplice' (ovvero del connettore se) è rappresentabile più precisamente con lo schema (9b), in cui le parentesi indicano la non obbligatorietà dell'inferenza sollecitata:

(9)


DIVL484

a.

b.


DIVL490
Side 20

2. Il sistema dei modi e dei Tempi

2.1. La definizione tradizionale.

Passiamo ora ad una descrizione sommaria della concordanza dei modi e dei Tempi per i costrutti condizionali in italiano standard (che è molto più complessa di quanto non possa risultare da questo mio rapido schizzo: cfr. ad es. Schmitt Jensen 1970, p. 451-472, ed Herczeg 1976, p. 39755.). Seguendo la terminologia ereditata dalle grammatiche di tradizione greco-latina, possiamo dire che l'italiano ha tre tipi di periodi ipotetici, chiamati casus realis, casus possibilis, e casus irrealis (ciascuno con la sua concordanza di modi e Tempi, che illustrerò di séguito): quando un parlante enuncia un costrutto del primo tipo ipotizza eventi o stati di cose reali, quando enuncia un costrutto del secondo tipo ipotizza eventi o stati di cose possibili, e quando enuncia un costrutto del terzo tipo ipotizza eventi o stati di cose non reali. Dal punto di vista morfosemantico avremmo quindi una situazione di questo tipo: la congiunzione se orienta i contenuti proposizionali p e q verso il Vero o (grazie alPinterpretazione perfezionata bi-condizionale - solo se - ottenuta tramite l'inferenza sollecitata) verso il Falso, e la morfologia verbale determina una tripartizione, distinguendo la realtà dalla possibilità e dalla irrealtà.

Un periodo ipotetico in casus realis è caratterizzato dall'indicativo sia nella protasi sia nell'apodosi, con diverse combinazioni di Tempi; quelle più usuali prevedono présente più présente o présente più futuro semplice - ed in (10a) si vede che il présente puô essere interpretato in riferimento al futuro, anche grazie alla presenza di «domani» nella protasi -, futuro semplice più futuro semplice - (10b) -, futuro composto più futuro semplice - (10c) - , o anche perfetto composto più présente o perfetto composto più futuro semplice - (lOd); (per le denominazioni dei Tempi verbali cfr. Bertinetto 1986 e 1991):

(10) a. Se (domani) piove, esco / uscirô con l'ombrello
b. Se domenica ci sarà bel tempo, andremo a sciare
c. Se ti sarai comportato bene, ti comprerô il gelato
d. Se ti sei ricordato di portare la carbonella, forse riusciamo / riusciremo a
preparare la grigliata

Meno riconosciute tradizionalmente sono le possibilità di combinazione di Tempi passati dell'indicativo, che peraltro devono obbedire ad alcune restrizioni.In (11) ad esempio è il cotesto linguistico precedente il costrutto condizionalea facilitarne la lettura ipotetica: 'non so se Giorgio è in vacanza, ma suppongo che lo sia, inferendolo dal fatto che non ha risposto al telefono: se effettivamente ci è andato, si starà probabilmente divertendo'; altrimenti i costrutti condizionali in casus realis con il perfetto composto vengono più normalmente interpretati come fattuali, e non come ipotetici, come si vede dall'esempio (12a), e dalla sua naturale parafrasi (12b), che è un costrutto

Side 21

causale.2 Più o meno lo stesso accade nei periodi ipotetici con l'imperfetto o
il piucheperfetto indicativo,3 in cui il se non ha valore del tutto condizionale,
come in (13ab):

(11) La settimana scorsa ho telefonato a Giorgio, ma non sono riuscito a trovarlo
in casa: se è andato in vacanza, forse si è finalmente divertito un po'

(12) a. Se hai sostenuto quella posizione, hai avuto torto
b. Siccome hai sostenuto quella posizione, hai avuto torto

(13)a. «Ma, se in quella torre si ritraeva per sicurezza la notte, tutto il giorno egli se ne stava in una stanza che aveva fatto edificare nel giardino délia Alagno [..]» (B. Croce, Storie e leggende napoletane, Bari, Laterza,l94B4; ried. a cura di G. Galasso, Milano, Adelphi, 1990, poi Milano, CDE, 1991, p. 95) b. «Se invece ero rimasto in branda, aspettando l'ora del pasto, occupato a guardare il finestrino, lo sentivo dall'altra parte del tramezzo che si schiariva la voce o tossicchiava» (Cancogni 33, cit. in Herczeg 1976, p. 399)

Un periodo ipotetico in casuspossibilis è caratterizzato dall'uso del congiuntivo imperfetto nella protasi e del condizionale semplice nell'apodosi - (14ab) -, ma si trovano anche costrutti con la cosiddetta «concordanza mista 'reale'» (cfr. Mazzoleni in stampa b, par. 1. 2), con indicativo nella protasi e condizionale semplice nell'apodosi - (15a) -, o congiuntivo imperfetto nella protasi ed indicativo nell'apodosi - (15b):

(14) a. Se piovesse molto forte, uscirei con l'ombrello
b. Se diventassi ricco, mi comprerei tre auto nuove

(15) a. «Se io ti dico come la penso io, tu mi salteresti addosso lo stesso» (Fenoglio,
Alba 79, cit. in Herczeg 1976, p. 398)
b. Se (poi) volessi ottenere proprio quell'incarico, devi recarti domani stesso
dal funzionario responsabile

Un pcriodo ipotetico in casus irrealis puo riferirsi ad eventi o stati di cose non rcali ncl prescnte-futuro, oppure ad eventi o stati di cose non reali nel passato: nel primo caso la protasi va al congiuntivo imperfetto e l'apodosi al condizionale semplice, corne nel casus possibilis - (16) -, mentre nel secondo caso la protasi va di solito al congiuntivo trapassato e l'apodosi al condizionale composto4 - (17); sono peraltro possibili combinazioni di protasi al congiuntivo imperfetto ed apodosi al condizionale composto - (18a) - e protasi al congiuntivo trapassato ed apodosi al condizionale semplice - (18b) -, per rimarcare lo stacco cronologico o aspettuale tra gli eventi o stati di cose riportati:

(16) Se fossi un marziano, avrei le orecchie verdi

(17) Se fosse piovuto, sarei uscito con l'ombrello

Side 22

(18) a. Se Enrico fosse a casa, avrebbe risposto al telefono
b. Se quell'edificio fosse stato venduto, nell'archivio del catasto ce ne sarebbe
traccia

Riassumiamo le corrispondenze identificate fino ad ora: il sistema sembra presentare una omologia abbastanza chiara tra forme e significati, poiché i costrutti in casus realis sono tipicamente espressi dall'indicativo in protasi ed apodosi - (K)abcd), (11), (12ab), e (13ab) - , quelli in casus possibilis dal congiuntivo imperfetto nella protasi e dal condizionale semplice nell'apodosi - (14ab) -, e quelli in casus irrealis dal congiuntivo trapassato nella protasi e dal condizionale composto nell'apodosi - (17); i costrutti in casus irrealis possono però utilizzare in tutto o in parte anche la concordanza tipica del casus possibilis - cfr. gli esempi (16) e (18ab): si può quindi sostenere che, almeno in alcuni contesti, l'uso del congiuntivo imperfetto e/o del condizionale semplice 'neutralizza' l'opposizione tra i due casi.

2.2. Alcuni problemi della definizione tradizionale.

Le corrispondenze ora delineate non sono però rispettate da tutti i periodi ipotetici: vedremo ora due tipi di costrutti che hanno la morfosintassi del casus realis, ma sono in realtà il primo fattuale invece che ipotetico, e l'altro controfattuale invece che 'reale'; vedremo in séguito che la morfosintassi tipica del casus irrealis non sempre garantisce l'interpretazione controfattuale.

I «bi-affermativi» (cfr. de Cornulier 1985, pp. 61 e 72-77 per il termine, ed anche Herczeg 1953, Leone 1958, e Bazzanella 1989 per il fenomeno) sono dal punto di vista morfosintattico costrutti in casus realis, ma non ipotizzano eventi o stati di cose reali: presentando 'fatti' non sono periodi ipotetici.6 Esempi precedenti potevano essere (12a), con la sua parafrasi causale (12b), e (13a), mentre altri esempi sono (19abc), con sfumature anche avversative o concessive7:

( 19) a. A: Antonio ha telefonato che è arrivato a casa
B: Se è a casa, (allora) stasera andiamo a trovarlo
b. Se Ugo era adirato, Maria (invece) cra tranquilla
c. Se il parère del Fondo Monetario Internazionale sul nostro paese è stato
positivo, (tuttavia) non dobbiamo dimenticare la ripresa dell'inflazione

I «bi-negativi» (cfr. di nuovo de Cornulier 1985, pp. 61 e 68-72), o «Dutchman Sentences» (cfr. Manzotti 1988, p. 82ss.), sono ancora costrutti in casus realis, dal punto di vista morfosintattico, ma esprimono proposizioni patentemente false, e sono quindi controfattuali - per i diversi possibili tipi di bi-negativi e costrutti simili cfr. Mazzoleni (1992, par. 2. 2, ed in stampa a, par. 2):

Side 23

(20) a. Se tu giochi bene a tennis, io sono Ivan Lendl
b. Se Piero è forte a scacchi, io sono Gorbaciov
c. Se lei è un poliziotto, mia moglie è Sofia Loren

Se consideriamo insieme i costrutti bi-affermativi e quelli bi-negativi, ne dobbiamo concludere che l'uso dell'indicativo non implica necessariamente che il parlante stia ipotizzando eventi o stati di cose 'reali': in effetti, sembra che l'indicativo possa significare ipoteticità (reale), fattualità, e controfattualità.

Come segnalato in apertura di paragrafo, non solo la morfosintassi del casus realis permette letture fattuali, ipotetiche e controfattuali, contraddicendo così la definizione tradizionale, ma addirittura la concordanza del casus irrealis non garantisce sempre e comunque la 'controfattualità' dei costrutti: ne presenterò tre esempi.

Primo caso: nei condizionali concessivi,8 con congiuntivo trapassato nella protasi e condizionale composto nell'apodosi, solo p è presentata come falsa, mentre q è presentata come vera (cfr. Karttunen 1971, contro Lakoff 1970, p. 571). Negli esempi (21ab), parafrasi l'uno dell'altro, la pioggia non c'è stata, ma il parlante è uscito senza ombrello - quindi l'uso del condizionale composto non implica per forza la falsità di q:

(21) a. Anche se fosse piovuto, sarei uscito senza ombrello
b. Se fosse piovuto, sarei comunque uscito senza ombrello

Secondo caso: nei periodi ipotetici con congiuntivo trapassato nella protasi e condizionale semplice nell'apodosi, p non viene necessariamente presentata come falsa. Riprendiamo l'esempio (18b), costrutto controfattuale poiché significa che l'edificio non è stato venduto, e che di conseguenza in archivio non c'è traccia della compravendita: basta però aggiungere al periodo ipotetico un cotesto successivo, come in (22), per veder 'scomparire' la controfattualità. Il parlante sta solo avanzando un'ipotesi sul passato, da controllare nel presente: non sappiamo se l'edificio sia stato venduto oppure no, e possiamo trovare la riposta, positiva o negativa, solo controllando in archivio - quindi l'uso del congiuntivo trapassato non implica per forza la falsità di p:

(18) b. Se quell'edifîcio fosse stato venduto, nell'archivio del catasto ce ne sarebbe
traccia

(22) Se quell'edifîcio fosse stato venduto, nell'archivio del catasto ce ne sarebbe
traccia: bisogna quindi passare a controllare in quell'ufficio

Terzo caso: avendo visto che il congiuntivo trapassato di per sé o il condizionalecomposto di per sé non sono garanzia di controfattualità, dobbiamo controllare se eventualmente l'uso di entrambi implichi direttamente questo significato.9 L'esempio (23a) sembra indicare che il soggetto non è partito alle 3, e (quindi) non è arrivato alle 9: si tratta di un costrutto controfattuale;

Side 24

ma (23b), costituito da due periodi ipotetici con la stessa scelta di Tempi e modi, significa solo che non si sa se il soggetto sia partito alle 3 oppure alle 5, né se sia arrivato alle 9 oppure alle 11: il parlante sta di nuovo solo enunciandoipotesi sul passato, come in (22).

(23) a. Se avcsse prcso il treno aile 3 sarebbe arrivato aile 9 b. Se avesse preso il treno aile 3 sarebbe arrivato aile 9, se (invece) l'avesse preso aile 5 sarebbe arrivato aile 11; adesso sono le 13, e quindi dovrem mo comunque trovarlo in albergo

Concludendo questa sezione, dobbiamo affermare con Schmitt Jensen (1970, p. 452) che «la division que nous venons de citer ne correspond pas à la réalité de la langue», poiché non fornisce un sufficiente grado di isomortismo tra forma e significato: i costrutti in casus realis possono essere fattuali (come i bi-affermativi), ipotetici, o controfattuali (come i bi-negativi); i costrutti in casus possibilis possono essere ipotetici, o controfattuali - cfr. gli esempi (14ab) vs. (16); i costrutti in casus irrealis possono essere controfattuali, o ipotetici, come abbiamo appena visto. Sembra che ogni forma possa esprimere quasi ogni significato!

3. La nuova proposta

3.1. Una nuova definizione.

Proporrò ora una nuova caratterizzazione del significato della scelta dei modi e dei Tempi nei periodi ipotetici, che permette una migliore distinzione fra diversi tipi di costrutto, e mostra una più stretta correlazione tra forme e significati; tale definizione, già prefigurata in Mazzoleni (1991a), trova le sue radici in Leone (1958, p. 22, nota 9) ed Herczeg (1959, p. 309) - ed appare molto simile a quella proposta per il francese da Hobaik Haff (1990, p. 355.): quando un parlante enuncia un costrutto all'indicativo, segnala la 'possibile verità' delle due proposizioni p e q espresse da protasi ed apodosi; quando enuncia un costrutto al congiuntivo e condizionale, ne segnala la 'possibile falsità'.

Innanzitutto questa definizione si accorda con i giudizi intuitivi sui costrutti all'indicativo ed al congiuntivo / condizionale: nell'esempio (24a) il viaggio è presentato come più probabile rispetto a (24b) - ed i costrutti a concordanza mista 'reale', esemplificati in (15ab), mostrano un cambiamento di prospettiva fra protasi ed apodosi.

(24) a. Se nevica prima di domenica, andiamo a sciare a Cortina
b. Se nevicasse prima di domenica, andremmo a sciare a Cortina

Ma la definizione può anche essere verificata formalmente, con un test di
compatibilita semantica. Aggiungendo ad un costrutto all'indicativo una frasedalla
quale l'ascoltatore possa inferire che p è sicuramente falsa, si otterrà

Side 25

una sequenza semanticamente anomala, poiché la 'possibile verità' segnalata dall'uso dell'indicativo si scontra con la sicura falsità inferibile dal cotesto linguistico; allo stesso modo, aggiungendo ad un costrutto al congiuntivo e condizionale una frase dalla quale l'ascoltatore possa inferire che p è sicuramentevera, si otterrà di nuovo una sequenza semanticamente anomala, poichéla 'possibile falsità' segnalata dall'uso di congiuntivo e condizionale si scontra con la sicura verità inferibile dal cotesto linguistico - così gli esempi (25abc) appaiono inaccettabili:

(25) a. Se Gianni è in macchina puô darci un passaggio (??ma oggi è venuto in
autobus)
b. Se Gianni fosse in macchina potrebbe darci un passaggio ("ma lui è sempre
in macchina)
c. Se Gianni fosse stato in macchina avrebbe potuto darci un passaggio (??ma
lui era in macchina)

.it

Secondo questa nuova proposta la struttura morfosemantica globale dei periodi ipotetici italiani è diversa e più congruente rispetto a quella provvisoriamente illustrata all'inizio del par. 2.1: come già detto, la congiunzione se orienta i contenuti proposizionali p e q verso il Vero o (grazie all'interpretazione perfezionata bi-condizionale - solo se - ottenuta tramite l'inferenza sollecitata) verso il Falso, ma la morfologia verbale determina non una tripartizione fra realtà, possibilità, ed irrealtà, bensì una bipartizione fra possibile e 'possibile falsità'.

3.2. La nuova definizione ed i casi problematici.

La definizione proposta può essere applicata anche ai casi problematici per la definizione tradizionale presentati nel par. 2.2. Iniziamo dai costrutti bi-affermativi, che hanno la morfosintassi del casus realis ma sono fattuali invece che ipotetici - cfr. gli esempi (19abc). L'uso dell'indicativo segnala la possibile delle proposizioni espresse, ma ciò non è incompatibile con la loro sicura verità inferibile via modus ponens dal cotesto linguistico o dal contesto enunciativo o dalla conoscenza enciclopedica - in questi casi prevale l'indicazione più 'forte', anche grazie all'inserimento di eventuali elementi di rinforzo evidenziati in (26ab), e p e q sono interpretate come vere:

(26) a. «Se è vero che amore e morte sono legati ed è la stessa dea a dipanarne i
fili, fu proprio quello il momento in cui tutto iniziô» (S. Benni, // barsotto il
mare, Milano, Feltrinelli, 19887, p. 147)
b. «[...] la novella di Andreuccio si svolge, evidentemente, in una calda notte
dell'estate napoletana, se due volte si allude al 'caldo grande' [...]» (B.
Croce, Storie e leggende napoletane, Bari Laterza, 19484; ried. a cura di G.
Galasso, Milano, Adelphi, 1990, poi Milano, CDE, 1991, p. 83)

Side 26

Con questa definizione si possono anche controllare i problemi creati dagli esempi (21ab), (22), e (23b). Dicendo che l'uso di congiuntivo e condizionale segnala la 'possibile falsità' di p e q non si esclude che queste proposizioni siano poi non false: così in (21ab) q non è necessariamente falsa - grazie al significato di anche10 e comunque è presentata come vera! Ele proposizioni espresse in (22) e (23b), grazie alle informazioni presenti nel cotesto linguistico aggiunto, sono semplicemente ipotizzate nel passato:

(21) a. Anche se fosse piovuto, sarei uscito senza ombrello
b. Se fosse piovuto, sarei comunque uscito senza ombrello

(22) Se quell'edificio fosse stato vcnduto, nell'archivio del catasto ce ne sarebbe
traccia: bisogna quindi passare a controllare in quell'ufficio

(23) b. Se avesse preso il treno aile 3 sarebbe arrivato aile 9, se (invece) l'avesse
preso aile 5 sarebbe arrivato aile 11; adesso sono le 13, e quindi dovremmo
comunque trovarlo in albergo

L'ultimo problema che ci resta è quello della controfattualità, significato che non è espresso direttamente dalla morfosintassi dei periodi ipotetici, poiché l'uso di congiuntivo e condizionale segnala la 'possibile falsità' di p e q, e non la loro sicura falsità; inoltre i bi-negativi sono costrutti controfattuali con una scelta modale il cui significato è 'possibile verità'! Cercherò di dimostrare che la controfattualità non è un significato manifestato direttamente dalla grammatica, ma almeno in parte una inferenza compiuta dall'interlocutore sulla base degli indizi morfosintattici e del confronto tra i contenuti proposizionali - le proposizioni espresse - ed il contesto enunciativo.

Riprendiamo l'esempio (16), in cui l'uso del congiuntivo imperfetto e del condizionale presente segnala la 'possibile falsità' di p e q; questo significato però non è incompatibile con la loro evidente falsità: il parlante patentemente non viene da Marte, e non ha orecchie verdi! Come nel caso dei bi-affermativi prevale l'indicazione più forte, ed il costrutto risulta controfattuale. Nell'esempio (27) poi la prima parte viene pronunciata da un attore quando la luce in scena non c'è, e quindi appare controfattuale; ma nel frattempo un riflettore viene acceso, e puntato sull'attore stesso, che prosegue la frase con la stessa morfologia verbale - congiuntivo imperfetto - e la conclude mostrando esplicitamente la non-controfattualità del secondo frammento. Anche in questo caso le indicazioni ricavabili dal contesto enunciativo contribuiscono all'(eventuale) interpretazione di falsità per p e q, e quindi al significato controfattuale dell'intero costrutto.

(16) Se fossi un marziano, avrei le orecchie verdi

(27) «Se mi dessero la luce, e mi centrassent, cosi come m'han centrato...» (P.
Rossi, Reccital, Teatro Carcano, Milano, 1991)

Side 27

In altre parole, nei costrutti al congiuntivo imperfetto e condizionale semplice la controfattualità viene innescata quando l'indicazione di 'possibile falsità' proveniente dalla scelta modale viene rinforzata da un'indicazione di sicura falsità proveniente dal confronto fra le proposizioni espresse ed il contesto extralinguistico.

Nel caso dei costrutti al congiuntivo trapassato e/o condizionale composto sembra funzionare un meccanismo diverso: di solito vengono interpretati come controfattuali, come negli esempi (17), (18ab), e (23a) - riportati qui sotto -, ma quando il cotesto linguistico fornisce indicazioni contrarie la controfattualità scompare: negli esempi (21ab) la presenza di anche e di comunque elimina la falsità per le proposizioni espresse dalle due apodosi, e negli esempi (22) e (23b) il materiale linguistico aggiunto mostra che il parlante sta solo enunciando ipotesi sul passato. In altre parole, nei costrutti al congiuntivo trapassato e/o condizionale composto la controfattualità viene innescata dalla segnalazione di 'possibile falsità' proveniente dalla scelta modale e dall'assenza di indicazioni contrarie nel cotesto linguistico:

(17) Se fosse piovuto, sarei uscito con l'ombrello

( 18) a. Se Enrico fosse a casa, avrebbe risposto al telefono
b. Se quell'edificio fosse stato venduto, nell'archivio del catasto ce ne sarebbe
traccia

(23) a. Se avesse preso il treno aile 3 sarebbe arrivato aile 9

Rimane il problema dei bi-negativi - (20abc) -, costrutti nei quali l'indicativo segnala la 'possibile verità' delle proposizioni espresse, ma il cui significato è globalmente controfattuale. In primo luogo, bisogna notare che nei bi- negativi è q ad essere patentemente falsa: tale falsità 'riverbera' su p grazie all'applicazione del modus tollens (cfr. Manzotti 1988, p. 82ss.) all'interpretazione perfezionata bi- condizionale - solo se - tipica dei periodi ipotetici delle lingue naturali, ed ottenuta tramite l'inferenza sollecitata. Questa parte del significato di un costrutto condizionale era stata infatti rappresentata con lo schema (4): 'se p, q' -» 'Falso p E Falso q'; l'apodosi di un bi-negativo presenta una proposizione patentemente falsa, cioè, 'Falso q', ed il significato globale del costrutto può essere rispettato solo dando anche a p il valore di verità 'Falso':

(20) a. Se tu giochi bene a tennis, io sono Ivan Lendl
b. Se Piero è forte a scacchi, io sono Gorbaciov
c. Se lei è un poliziotto, mia moglie è Sofia Loren

Ed in effetti i costrutti bi-negativi sono utilizzati di solito per rimarcare in modo sarcastico proprio la falsità di p (proposizione che tra l'altro viene normalmente 'addebitata' all'interlocutore). L'effetto sarcastico dipende in parte dal fatto che p e q non hanno nulla a che fare l'una con l'altra, ma

Side 28

soprattutto dal fatto che i bi-negativi sono caratterizzati proprio dall'inserimentodi proposizioni patentemente false in una struttura morfosintattica (l'indicativo), il cui significato è una indicazione di 'possibile verità': si tratta di una specie di «ossimoro» giocato tra forma e contenuto. Applicando la concordanza al congiuntivo e condizionale - con l'indicazione di 'possibile falsità' - a costrutti bi-negativi si ottengono infatti sequenze assolutamente prive di senso, come in (28abc)n:

(28) a. ??Se tu giocassi / avcssi giocato bene a tennis, io sarci / sarei stato Ivan
Lendl
b. ''Se Piero fosse / fosse stato forte a scacchi, io sarei / sarei stato Gorbaciov
c. "Se Ici fosse / fosse stato un poliziotto, mia moglie sarebbe / sarebbe stata
Sofia Loren

4. Conclusione

In questo articolo ho cercato di illustrare il significato globale del periodo ipotetico (o costrutto condizionale) in italiano standard. Ho sottolineato in primo luogo che la congiunzione subordinante se indica che i contenuti proposizionali p e q espressi da protasi ed apodosi vanno considerati insieme, e possono essere considerati o entrambi veri o (per l'inferenza sollecitata - solo se -, ma non obbligatoriamente) entrambi falsi. Ho mostrato poi come la tricotomia tradizionale che distingue casus realis, casus possibilis e casus irrealis non sia in grado di rendere conto della multiforme realtà linguistica, ed ho proposto di sostituirla con una più opportuna e congruente bipartizione fra 'possibile verità', segnalata dai Tempi dell'indicativo, e 'possibile falsità', segnalata dal congiuntivo nella protasi e dal condizionale nell'apodosi.

Riassumendo, in italiano standard si trovano qucsti tipi principali di periodoipotetico: costrutti con indicative) in protasi ed apodosi, più comuni con i Tcmpi dcl présente e del futuro - (lOabcd) - e meno comuni con i Tcmpi del passato - (11), (12ab), e (13ab) -, c costrutti al congiuntivo nella protasi c condi/ionalc nell'apodosi; con il congiuntivo imperfetto ed il condizionale semplice i costrutti sono interpretabili come controfattuali solo se il contesto enunciativo fornisce indicazioni a favorc - (16) -, mentre con il congiuntivo trapassato e/o il condizionale composto i costrutti sono interpretati come controfattuali - (17), (18ab), c (23a) - a meno che il cotesto linguistico fornisca indicazioni contrarie - (21 ab), (22), e (23b). Ci sono poi: i costrutti a concordanza mista 'reale' con indicativo nella protasi e condizionale semplicenell'apodosi o congiuntivo imperfetto nella protasi ed indicativo nell'apodosi - (15ab) -, in cui il parlante segnala un mutamento di prospettiva epistemicafra p e q; i bi-affermativi, con indicativo in protasi ed apodosi - (19abc) -, nei quali il contesto enunciativo, o il cotesto linguistico, o la conoscenza enciclopedica mostrano la sicura verità (e non ipoteticità) délie proposizioni espresse nel costrutto; ed infine i bi-negativi - (20abc) -, con una concordanzache

Side 29

zachesignifica 'possibile verità' ma i cui contenuti proposizionali risultano sicuramente falsi grazie al confronto con il contesto enunciativo e l'applicazionedel modus tollens all'interpretazione perfezionata bi-condizionale - solo se - tipica dei periodi ipotetici delle lingue naturali, ed ottenuta tramite l'inferenza sollecitata : lo schema (4).

Marco Mazzo leni

Civica Scuola Superiore per Interpreti e Traduttori - Milano



Note

* Maggiori dettagli sui costrutti condizionali (o periodi ipotetici) in italiano sono contenuti in Mazzoleni (1991b). Per gli utili consigli e suggerimenti ricevuti voglio qui ringraziare Michael Herslund, Michele Prandi e Povl Skârup, cui non va ovviamente attribuita alcuna responsabilità per le manchevolezze residue.

1. La situazione può essere riassunta citando direttamente de Cornulier (1983, p. 249): «thè idea that thè word 'if ' [se] sometimes means 'if and only if ' [se e solo se] is not descriptively adequate. A correct description should rather state that a séquence of one or several conditions possibly conjoined by 'and' can sometimes be presumed to be exhaustive: this entails thè synonimy of 'if ' with 'only if ' only in thè particular case in which thè séquence is made of only one 'if'-clause». Ma anche se la sequenza è composta da una sola protasi (seguita da un'apodosi) non necessariamente se ha il significato bi- condizionale stretto di solo se; la cosa risulta per esempio evidente con l'enunciato «Se non giochi non vinci», recente pubblicità di un gioco-lotteria nazionale: se infatti è ovvio che il non giocare comporti sicuramente il non vincere (p E q), non è altrettanto immediato che una giocata comporti 'sicuramente' la vittoria (non-p E non-q)!

2. Sui costrutti causali cfr. Previtera (1988).

3. Lindicativo imperfetto e piucheperfetto non si trovano solo in quest'uso, sul quale cfr. per esempio Schmitt Jensen (1970, p. 458), ma anche in una concordanza italiana substandard, con caratteristiche piuttosto particolari ed interessanti (cfr. Mazzoleni in stampa b, par. 2).

4. In effetti secondo Moro (1989) ed Hobaek Haff (1990, p. 375.), che esemplificano il discorso rispettivamente sull'inglese e sul francese, un periodo ipotetico con questo 'terzo tipo' di concordanza può riferirsi all'irrealtà nel futuro; la cosa accade anche in italiano ma non è accettata uniformemente da tutti i parlanti - si veda l'esempio (a) qui sotto, in cui il parlante è sicuro della futura non partecipazione (a)?Se fossi venuto alla festa di domani sera ti saresti sicuramente divertito

5. Val la pena di segnalare che se un periodo ipotetico viene inserito in un discorso indiretto, ed il momento degli eventi precede il momento dell'enunciazione, l'unica concordanza consentita in italiano standard (cfr. per esempio Herczeg 1969, p. 65) prevede il congiuntivo trapassato nella protasi ed il condizionale composto nell'apodosi, a prescindere dalla forma e dal significato del corrispondente periodo ipotetico in discorso diretto; così (b), in cui la 'scelta' del modo e del Tempo è obbligata dalla morfosintassi del discorso indiretto, neutralizza completamente le distinzioni modali e temporali esistenti nelle tre frasi in (a). Conseguentemente i costrutti in discorso indiretto non saranno presi in considerazione nell'analisi semantica délia scelta modale. (a)Aldo mi ha detto: «Se XY vince / vincesse / avesse vinto le elezioni, ti offro / offrirei / avrei offerto una cena» (b)Aldo mi ha detto che se XY avesse vinto le elezioni lui mi avrebbe offerto una cena

Side 30


5. Val la pena di segnalare che se un periodo ipotetico viene inserito in un discorso indiretto, ed il momento degli eventi precede il momento dell'enunciazione, l'unica concordanza consentita in italiano standard (cfr. per esempio Herczeg 1969, p. 65) prevede il congiuntivo trapassato nella protasi ed il condizionale composto nell'apodosi, a prescindere dalla forma e dal significato del corrispondente periodo ipotetico in discorso diretto; così (b), in cui la 'scelta' del modo e del Tempo è obbligata dalla morfosintassi del discorso indiretto, neutralizza completamente le distinzioni modali e temporali esistenti nelle tre frasi in (a). Conseguentemente i costrutti in discorso indiretto non saranno presi in considerazione nell'analisi semantica délia scelta modale. (a)Aldo mi ha detto: «Se XY vince / vincesse / avesse vinto le elezioni, ti offro / offrirei / avrei offerto una cena» (b)Aldo mi ha detto che se XY avesse vinto le elezioni lui mi avrebbe offerto una cena

6. Risulta infatti difficile dare una interpretaziune bi-affermativa a periodi ipotetici con l'indicativo futuro in protasi ed apodosi, anche se integrati con elementi di rinforzo come in (26ab), proprio per la sfumatura modale di incertezza tipica di questo tempo: (a)Se verrò eletto presidente - ormai è certo - sarai tu il mio segretario personale

7. Per i diversi possibili sottotipi di costrutti bi- affermativi italiani, francesi e danesi cfr. rispettivamente Mazzoleni (1991b, p. 767-770), e Stage (1991).

8. Sulle caratteristiche dei costrutti condizionali concessivi italiani cfr. Mazzoleni (1991c, p. 790-799).

9. In francese (cfr. Hobaek Haff 1990, p. 37 e passim) sembra che accada proprio così: se la concordanza del «terzo tipo'» c'è sia nella protasi sia nell'apodosi la controfattualità è garantita, mentre può 'scomparire', come abbiamo appena visto per l'italiano, se si trova solo nella protasi o solo nell'apodosi.

10. Sul significato di anche e dei connettori dal valore simile, cfr. Longobardi (1988, p. 653), e Mazzoleni (1990, p. 44-47, e 1991c, p. 79055.).

11. Per altri tipi di periodi ipotetici che come i bi-negativi mal 'sopportano' la concordanza al congiuntivo e condizionale cfr. Mazzoleni (1992, ed in stampa a).

Side 32

Riassunto

In questo articolo viene descritta la struttura morfosemantica dei costrutti condizionali (tradizionalmente periodi ipotetici) in italiano. In primo luogo si sottolinea che la congiunzione subordinante se indica che le proposizioni - o contenuti proposizionali - p e q espresse da protasi ed apodosi vanno considerate insieme, e possono essere o entrambe vere o entrambe false. Quindi viene illustrato il sistema standard di concordanza dei modi e dei Tempi verbali, nei termini della tripartizione tradizionale fra casus realis, casus possibilis, e casus irrealis, e si mostra come tale categorizzazione non regga se confrontata con i fatti linguistici reali. Si propone quindi di sostituire la tricotomía tradizionale con una bipartizione: l'indicativo segnala la 'possibile verità' di p e q, mentre il congiuntivo nella protasi ed il condizionale nell'apodosi ne segnalano la 'possibile falsità'. Con questa nuova impostazione inoltre la controfattualità (o irrealtà) viene ridefinita: non si tratta di un significato espresso direttamente ed esplicitamente da marche morfosintattiche, ma di un «effetto di senso» complesso, inferibile dall'ascoltatore grazie all'interazione fra significati grammaticali ed indizi provenienti dal contesto enunciativo o dal cotesto linguistico.

Bibliografía

Bazzanella, C. (1989): II se «correlativo» nell'italiano scritto contemporaneo. Lingua e
stile XXIV, l,p. 33-55.

Bertinetto, P. M. (1986): Tempo, aspetto e azione nel verbo italiano. Il sistema dell'indicativo.
Accademia della Crusca, Firenze.

Bertinetto, P. M. (1991): II verbo, in Renzi e Salvi (a cura di) (1991), p. 13-161.

Cornulier, B. de (1983): //and thè Presumption of Exhaustivity. Journal of Pragmatics
7, 3, p. 247-249.

Cornulier, B. de (1985): Effets de sens. Minuit, Paris.

Geis, M. L. e Zwicky, A. (1971): On Invited Inferences. Linguistic Inquiry 2, 4, p.
561-566.

Herczeg, G. (1953): Proposizioni subordinate formalmente ipotetiche. Lingua nostra
XIV, p. 94-98. Ripubblicato in Saggi linguistici e stilistici. Olschki, Firenze, 1972, p.
485-490.

Herczeg, G. (1959): Sintassi delle proposizioni subordinate nella lingua italiana (Studio
di grammatica descrittiva). Pubblicazioni dell'lstituto italiano dell'Università di
Budapest 9, p. 261-333.

Herczeg, G. (1969): II «futuro nel passato» in italiano. Lingua nostra XXX, 3, p.
63-68.

Herczeg, G. (1976): Sintassi delle proposizioni ipotetiche nell'italiano contemporaneo.
Acta linguistica XXVI, 3-4, p. 397-455.

Hobaek Haff, M. (1990): Quelques hypothèses sur le constructions hypothétiques.
Revue romane 25, 1, p. 35-46.

Karttunen, L. (1971): Counterfactual Conditionals. Linguistic Inquiry 2,4, p. 566-569.

Lakoff, G. (1970): Linguistics and Naturai Logic. Synthèse 22, p. 151-271. Ripubblicato
in D. Davidson e G. Harman (a cura di), Semantics of Naturai Language.
Reidei, Dordrecht, 1972, p. 545-665.

Leone, A. (1958): Proposizioni condizionali oggettive. Lingua nostra XIX, p. 19-24.

Longobardi, G. (1988): I quantificatori, in L. Renzi (a cura di), Grande grammatica
italiana di consultazione, Voi. I: La frase. I sintagmi nominale e preposizionale. Il
Mulino, Bologna, p. 645-696.

Manzotti, E. (1988): I costrutti cosiddetti eccettuativi in italiano, inglese e tedesco: semantica e pragmatica, in V. Bonini e M. Mazzoleni (a cura di), Linguistica e traduzione, Atti del II Seminario di Studi della Scuola Superiore per Interpreti e Traduttori del Comune di Milano (Premeno, NO, 25-27 settembre 1987). Comune di Milano, Milano, p. 67-110.

Mazzoleni, M. (1990): Costrutti concessivi e costrutti avversativi in alcune lingue d'Europa.
La Nuova Italia, Firenze.

Mazzoleni, M. (199la): Costrutti condizionali in casus realis,possibilis, ed irrealis: un paradigma da ridefinire, in L. Giannelli et al. (a cura di), Tra Rinascimento e strutture attuali. Saggi di linguistica italiana, Atti del Primo Convegno della Società Internazionale di Linguistica e Filologia Italiana (Siena, 28-31 marzo 1989), Voi. 10.Io. Rosenberg & Sellier, Torino, p. 357-364.

Mazzoleni, M. (1991b): Le frasi ipotetiche, in Renzi e Salvi (a cura di) (1991), p.
751-784.

Mazzoleni, M. (199le): Le frasi concessive, in Renzi e Salvi (a cura di) (1991), p.
784-817.

Mazzoleni, M. (1992): Restrizioni pragmatiche sulla morfosintassi dei costrutti condizionali nell'italiano contemporaneo, in G. Gobber (a cura di), La linguistica pragmatica, Atti del XXIV Congresso della Società di Linguistica Italiana (Milano, 4-6 settembre 1990). Bulzoni (SLI32), Roma, p. 73-93.

Mazzoleni, M. (in stampa a): Concordanza ed «effetti di senso» in quattro tipi di
periodo ipotetico: fra semantica e pragmatica. Aula de Filologia Italiana.

Mazzoleni, M. (in stampa b): «Se lo sapevo non ci venivo»: l'imperfetto indicativo ipotetico nell'italiano contemporaneo, in B. Moretti e D. Petrini (a cura di), Linee di tendenza dell'italiano contemporaneo, Atti del XXV Congresso Internazionale di Studi della Società di Linguistica Italiana (Lugano, 19-21 settembre 1991). Bulzoni,

Moro, G. (1989): Counterfactual Presuppositions of Corner Conditionals: A Re-examination.
Rivista di linguistica I, 1, p. 197-208.

Previtera, L. (1988): Grammatica e competenza della lingua scritta: costrutti causali e
loro trattazione in alcuni manuali delle medie. Scuola e didattica XXXIV, 3, p.
50-64.

Renzi, L. e Salvi, G. (a cura di) (1991): Grande grammatica italiana di consultazione,
Voi. II: / sintagmi verbale, aggettivale, avverbiale. La subordinazione. Il Mulino,
Bologna.

Schmitt Jensen, J. (1970): Subjonctif et hypotaxe en italien. Une esquisse de la syntaxe
du subjonctif dans les propositions subordonnées en italien contemporain. Odense
University Press, Odense.

Stage, L. (1991): Analyse syntaxique et sémantique de la conjonction si dans les
propositions factuelles. Revue romane 26, 2, p. 163-205.