Revue Romane, Bind 19 (1984) 2GAVI. Glossario degli antichi volgari italiani. Volume 1: Introduzione, Bibliografia, Segmento "A-azzurro", Repertorio. A cura di Giorgio Colussi. Helsinki 1983. CXXXVIII + 342 p.Gunver Skytte Side 339
E' questo il
primo volume di un dizionario dell'italiano antico
destinato a comprendere NelT
"Introduzione" si spiega in modo minuzioso e dettagliato
com'è venuto formandosi Side 340
e del '300 che egli intende rendere accessibile ad altri studiosi e lettori in genere. Un primo risultato, molto meritorio, lo abbiamo già visto nel volume Ricerche sulla lingua del Duecento e primo Trecento: Reggenza infinitiva e temi afferenti (Helsinki, 1978), che contiene informazioni non reperibili altrove sulla sintassi infinitiva italiana dei primi secoli. Intanto, per quanto riguarda il lavoro qui trattato, l'autore è stato indotto a cambiare il progetto originario, mastodontico, a causa di difficoltà tecniche ed economiche nonché della comparsa, negli ultimi anni, di altri dizionari più specificamente etimologici, soprattutto il Dizionario etimologico della lingua italiana (DELI) di Manlio Cortelazzo e Paolo Zolli, Bologna 1979 e sgg. (una recensione del primo volume è apparsa in Revue Romane XV, 2, pp. 351-52). Nella veste definitiva, il glossario può servire come opera di consultazione in questioni lessicali riguardanti la lingua antica, e soprattutto come supplemento lessicale al DELI. Dico supplemento perché, infatti, in molti casi il glossario omette certe informazioni già fornite dal DELI. Si confronti la dichiarazione alla p. XXX: "In sostanza e in sintesi possiamo affermare che il GAVI farà costante e implicito riferimento a C-Z [i.e. Cortelazzo - Zolli] lemmatizzando soltanto ciò che possa emendare e arricchire C-Z a quota Duecento - primo o primissimo Trecento...". In altri casi il GAVI aggiunge nuove informazioni al DELI, soprattutto per quanto riguarda questioni delle cosiddette "prime datazioni". Oltre alla travagliata genesi dell'opera, l'introduzione espone gli obiettivi che essa si propone: descrivere il lessico degli antichi dialetti italiani fino al 1300, rivolgendosi soprattutto agli specialisti nel campo senza escludere pertanto "il lettore di media cultura". Per quanto riguarda quest'ultima aggiunta, sarei piuttosto scettica. Nonostante le buone intenzioni dell'autore credo che il volume sia difficile da consultare per il lettore di "media cultura". Questo tipo di lettore probabilmente consulterebbe il glossario per trovarvi informazioni sul significato dei singoli vocaboli, e tali informazioni, nel GAVI, in genere non portano molto di nuovo rispetto a quelle già fornite altrove. Il corpus è impressionante. Oltre ai due volumi ricciardiani della serie Letteratura Italiana - Storia e Testi: Poeti del Duecento (1960) e La Prosa del Duecento (1959), esso comprende un lungo elenco di letteratura antica. La "Bibliografia" (p. XLIII - CXXXVI) è raccomandabile a chi desideri orientarsi in quella parte della letteratura duecentesca che oggi è accessibile in edizioni a stampa. La decisione dell'autore di servirsi esclusivamente di opere a stampa (si confronti p. XXXI), mi pare ponga dei limiti all'obiettivo di descrivere ii iessico degli antichi dialetti italiani. La maggioranza dei testi oggi accessibili in forma stampata è costituita da testi centro-settentrionali, mentre invece scarseggiano i testi meridionali. Tale squilibrio recentemente è stato rilevato da Francesco Sabatini nell'articolo "Prospettive meridionali nella lessicografia storica italiana" (Parallela, p. 145-69, Tùbingen, 1983). Per quanto riguarda il nucleo centrale del libro, "Segmento A - azzurro", gli articoli relativi ai singoli lemmi, oltre ad una definizione o una breve parafrasi del significato, comprendono 1) documentazione, e cioè, citazione di varie "occorrenze-contesto", 2) eventuali commenti, discussioni, rinvii o sim. (e sotto questo punto sono da rilevare le osservazioni personali di Colussi intorno a varie interpretazioni della storia della lingua). Le ultime pagine
del volume comprendono un repertorio in ordine
alfabetico delle forme Nonostante
l'accuratezza e lo sforzo da parte dell'autore per
facilitare la consultazione del Side 341
l'origine geografica nonché il tipo di testo (ed è proprio per quel tipo di informazioni che il lavoro potrebbe essere utile). Nella maggioranza dei casi queste informazioni sono riperibili nella bibliografia, in cui Colussi, ove sia stato possibile, si è servito della felice categorizzazione della Bibliografia delle edizioni a stampa ad uso del TLIO, Firenze, Accademia della Crusca, in corso di stampa (TLIO = Tesoro della Lingua Italiana delle Origini). Tuttavia, dato che il lettore fornito di una memoria normale non potrà tenere a memoria la chiave di tutte le abbreviazioni, possiamo immaginarci le difficoltà nei casi in cui il lemma comprende una decina di rinvii. A questo va aggiunto che, in molti casi, la bibliografìa non offre l'informazione rilevante a tale riguardo. Allora, secondo l'istruzione dell'autore, bisogna consultare la sinottica della disposizione tematica del corpus (si confronti p. XXXII-XXXVII), ma neanche quest'ultima via di uscita fornirà, in ogni caso, una risposta sufficiente. D'altra parte vorrei rilevare che il merito del lavoro di Colussi sta appunto nella ricca documentazione delle occorrenze testuali dei vari lemmi: rispetto al DELI (col quale, del resto, sarebbe impossibile fare un paragone diretto, essendo il DELI un'opera di impostazione ben diversa), Colussi fornisce molte retrodatazioni, utili soprattutto perché non limitate a un solo testo, ma documentate attraverso varie occorrenze testuali. Copenaghen
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