Revue Romane, Bind 18 (1983) 1

Vittorio Alfieri: Antonio e Cleopatra. A cura di M. Sterpos. Asti, Casa D'Alfieri, 1980.458 p. Vittorio Alfieri: Epistolario, vol. 2. A cura di L. Caretti. Asti, Casa D'Alfieri, 1981.289 p.

Emanuela Barellai

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Il decennio 1970-1980 ha avuto numerose e valide testimonianze del fervido interesse rivolto verso l'opera alfieriana. Studi importanti e di diversa mole hanno visto la luce in questo arco di tempo, e tra essi un particolare rilievo assumono le ottime edizioni critiche di ben dieci tragedie alfieriane, compiute per iniziativa del Centro Nazionale di Studi alfieriani di Asti: Maria Stuarda (1970), Ottavia (1973), Mirra (1974), Agide (1975), Bruto Primo (1975), Don Garzia (1975), Bruto Secondo (1976), Rosmunda (1979), Abele e frammenti tragici (1978), Antonio e Cleopatra (1980).

Se poi stendiamo l'arco cronologico fino al 1981, allora la pubblicazione del voi. 2
dell'Epistolario alfieriano ad opera di L. Caretti, ancora dello stesso Centro di Asti, ha soddisfatto
una profonda neccessità, da tempo sentita dagli studiosi alfieriani.

Queste recenti pubblicazioni coronano con successo l'iniziativa del Centro Nazionale di Studi alfieriani (Asti, Casa d'Alfieri), avviata circa un ventennio fa, con lo scopo fondamentale di curare infatti l'edizione critica delle opere di V. Alfieri. Esse sono accumunate da uno stesso metodo di lavoro che è quello di offrire, dopo esatte notizie introduttive sui «manoscritti», e le «prime stampe», il testo definitivo, criticamente accertato, accompagnato dalle redazioni inedite e dalle varianti, per di più ricavate dal fondo «Alfieri», della Biblioteca Medicea Laurenziana di Firenze.

Antonio e Cleopatra, a cura di M. Sterpos, in questa ed. astense, costituisce dunque il voi. 1 delle Tragedie Postume alfieriane, di 458 pagine ed indice, ed in tutto contiene tre lavori teatrali: la tragedia in cinque atti Antonio e Cleopatra, la farsetta I poeti, commedia di un solo atto, e la «tragedie ratée» in tre atti Charles Premier, entrambe nell'« Appendice» del testo.

M. Sterpos ha cosi tracciato in questo volume quel complicatissimo iter delle prime composizioni
alfieriane degli anni 1775, che tanti spunti, ma anche tanti scogli ha offerto per più
di un secolo alla critica alfieriana.

Tra i tre componimenti, è la tragedia Antonio e Cleopatra, ad occupare la maggior parte del testo e a farne da titolo, arricchita di un'ampia e ben documentata «Introduzione» di 45 pagine, seguita poi dalla redazione definitiva (pp. 57-127), dall'«ldea dell'atto primo» (pp. 131-134), dalla «Prima versificazione incompleta o Cleopatra prima» (pp. 135-172), dall'«ldea degli atti 11-111-IV-V» (pp. 173-178), dal «Rifacimento totale dell'idea» (pp. 179-189), «Nuova versificazione degli atti I, II; Stesura degli atti 111-IV-V» (pp. 191-249), dalla «Prima versificazione completa o Cleopatra seconda» (pp. 251-395).

Per YAntonio e Cleopatra, il debutto tragico alfieriano su cui l'autore ha dato tre differenti opinioni, nelle differenti stesure della Vita, e su cui si è ripetutamente soffermata, affascinata, la mente degli studiosi, M. Sterpos riesce a presentare, con semplicità e chiarezza, l'irregolare procedere della tragedia in fieri, che si svolse dal dicembre 1773 (o gennaio 1774) al marzo-maggio (?) 1775, fino al giorno della rappresentazione, il 16 giugno 1775, al teatro Carignano di Torino.

Degno di lode mi pare anche lo schema che, a pp. 32-33, in modo riassuntivo dunque espone al lettore i cambi fondamentali apportati alla datazione, alla numerazione dei versi e dei personaggi, nel passaggio dalla Cleopatra prima, alla Cleopatra seconda ed all'Antonio e Cleopatra.

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Per la commedia I poeti e per la tragedia Charles Premier, F«lntroduzione» è limitata a sei pagine, rispettivamente pp. 46-49 e 49-51, seguita poi dalla redazione definitiva della commedia in un atto (pp. 399-412), dall'«ldea e prima redazione» (pp. 413-428), nel caso della prima; e dall'«ldea di 5 atti» (pp. 429-439), dalla «Stesura parziale in 3 atti» (pp. 441-458), nel caso della seconda.

La lettura delle pagine dell'«lntroduzione» che contengono la storia del manoscritto e delle edizioni più importanti di questi due piccoli lavori teatrali, in realtà poco presenti a volte, alle attenzioni di quella stessa critica che pure ha fissato spesso la propria ottica verso VAntonio e Cleopatra, da una parte conferma come siano ancora oscuri questi momenti della Vita alfieriana, dall'altra esorta ad una maggiore dimestichezza con questi due testi.

Non mi pare infatti azzardato affermare che il testo I poeti, contenendo notevoli guidizi alfieriani, sia per la commedia che per la tragedia, e proprie, e di altri autori contemporanei, può funzionare addirittura da «Parere dell'Autore» per la stessa tragedia Antonio e Cleopatra; mentre il testo Charles Premier, come un documento valido per l'analisi del bilinguismo alfieriano, culminato proprio in quegli anni nella decisione, da parte dell'Alfieri, di abbandonare il francese per il toscano.

E da sperare che questo volume di M. Sterpos venga ad agevolare studi in questa direzione,
funzionando da manuale base, in cui facilmente lo studioso alfieriano potrà trovare numerosi
spunti per un'ulteriore conoscenza dell'Autobiografia.

Il voi. 2 dell'Epistolario alfieriano di L. Caretti comprende in tutto 152 lettere scritte dall'Alfieri nel decennio 1789-1798, e continua dunque, con la stessa struttura il voi. 1 àQ\TEpistolario, pubblicato dallo stesso studioso nel 1963, di 201 lettere del periodo 1767-1788.

A p. IX dell'lntroduzione del voi. 2 sono dall'autore promesse le pubblicazioni del voi. 3, ultimo, del quinquennio 1799-1803 (dove potranno trovar posto anche le lettere che sono venute alla luce dopo la pubblicazione del voi. 1, e quelle che potranno essere rintracciate dopo la stampa del voi. 2) e dell'lndice analitico dell'intera opera.

Con il sistematico e ricco apparato di note critiche, filologichc e storiche il lettore può cosi immergersi nelle vicenda alfieriana di questi anni e scoprire come l'opera del Caretti, pur essendo esaustiva per molti aspetti, per molti altri contenga un'aperta esortazione verso altro paziente, costante lavoro di ricerca.

Non solo l'autore infatti, con lucida esattezza, si accontenta di chiarire, approfondire e commentare personaggi e situazioni alfieriane, ma sottolinea anche il mistero che ancore avvolge altri volti ed altri eventi. Si prenda ad es. il caso «aperto» dello sconosciuto Signor Spencer, giovane inglese, nominato nelle lettere nr. 253 (cit. pp. 102-103) e nr. 260 (cit. pp. 118-119) inviate dall'Alfieri a Francesco Albergati Capacela', rispettivamente il 15 die. 1792 ed il 20 marzo 1793; o ad es. quello dell'altrettanto incerto Signor Boccalosi, della lettera nr. 282, (cit. p. 148) inviata il 23 giugno 1794 ancora al Capacela'; o quello della Madame Remiremont (o Madame de Miremont?) della lettera nr. 219 (cit. pp. 31-33) spedita ad Angelo Fabroni il 16 febbraio (?) 1970.

Il lavoro e l'ambizione dello studioso di raggiungere una minuziosa ed esatta informazione lo hanno inoltre già spinto a farsi sollecito integratore del volume in questione. Infatti, a pochi mesi dalla sua pubblicazione, L. Caretti si è affrettato a publlicare in «Filologia e Critica» (gennaio-aprile 1981, pp. 119-121) una nuova lettera alfieriana del 13 ottobre 1798 a Carlo Scapin, lettera che per un disguido non si trova, come avrebbe dovuto, nel corpus del voi. 2 dell'Epistolario.

Speriamo che in futuro, oltre dunque al voi 3 e all'lndice analitico dell'Epistolario, si
possa vedere anche la corrispondenza dell'Albany, che non poco può illuminare notevoli
eventi alfieriani.

La funzione dell'immenso lavoro di L. Caretti è tanto grande che riesce difficile una definizione
adeguata. Basti qui sottolineare il messaggio ispirante che esso contiene.

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Non è forse proprio al momento in cui si ha (quasi) completo il quadro di un Alfieri - mittente,
che si sente acuta la necessità di una delineazione di un Alfieri - destinatariol]

Odense