Revue Romane, Bind 17 (1982) 2

Bruno Migliorini, Carlo Tagliavini, Piero Fiorelli: DOP. Nuova Edizione. Dizionario d'Ortografia e di Pronunzia. Edizioni RAI. Torino. Nuova Edizione, 1981.

Gunver Skytte

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La prima edizione del DOP fece le sua comparsa nel 1969 e fu accolta con largo consenso, così p.es. anche nella recensione che ne fece Jorn Moestrup {Revue Romane V', 2, 1970,p. 272-73). Per la seconda edizione, già sulla copertina si osserva un piccolo cambiamento che testimonia il successo della prima edizione, ormai diventata un classico: infatti, il titolo della nuova edizione è DOP. mentre il titolo originario è stato declassato a coprire il posto del sottotitolo. Stranamente, in considerazione di tale successo, il vocabolario non contiene la voce DOP che ormai, a ragione, meriterebbe il suo posto accanto a tante altre sigle.

Il dizionario si rivolge a tutti quelli che, per professione, abbiano bisogno di un manuale di pronuncia e ortografia che contenga informazioni non soltanto sul vocabolario centrale ed i nomi propri della lingua italiana, ma anche su neologismi, parole e nomi stranieri, e si rivolge naturalmente soprattutto agli annunciatori della RAI.

Sulla copertina figurano sempre i nomi dei tre redattori della prima edizione. Tuttavia, a
causa della morte di Bruno Migliorini e della malattia di Carlo Tagliavini, dopo il 1975 Piero
Fiorelli ha portato a termine il lavoro da solo.

Con gli anni, lo spirito normativo del dizionario comincia ad assumere dei tratti anacronistici. La pronuncia colta delle varietà regionali fuori di Firenze ormai è comunemente accettata. Quindi, sembra assurdo consigliare p.es. a un milanese che del resto parli in modo coerente e su un livello colto la sua varietà regionale, per una singola parola la pronuncia fiorentina. Ammetto subito che mi rendo conto delle difficoltà enormi che creerebbe una revisione del genere. Tuttavia, per future edizioni si potrebbe desiderare che tale punto di vista fosse preso in considerazione.

Nei capitoli introduttivi ci sono diverse aggiunte o aggiornamenti in rapporto alla prima

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edizione. Cosi p.es. si è dato più spazio agli Esempi di lettura, ela bibliografia è stata aggiornata.Una novità interessante è VAntologia fonetica, di cui mi meraviglio tuttavia dell'ampiezza.Una scelta più ristretta, secondo me, sarebbe stata sufficiente ad illustrare le idee. Inoltre,come insegnante di fonetica italiana, sono spiacente di notare che si mantiene la trascrizionein parole invece di adottare quella più istruttiva in unità ritmiche. L'antica favoletta d'Esopo 77 sole e il vento, che la Società Fonetica Internazionale usa come esempio di trascrizione,nelle varie lingue, è riportata in trascrizione in undici lingue. Trattandosi però dell'italiano,perché non si è pensato di portare esempi di trascrizione della favola nelle varietà regionaliitaliane? (come p.es. ha fatto Carlo Tagliavini in La corretta pronuncia italiana).

Nel dizionario vero e proprio, ci sono da osservare diverse aggiunte che testimoniano un'attenta registrazione delle innovazioni lessicali della lingua. Ho l'impressione che le aggiunte più numerose riguardino i nomi propri. Tra i nomi di persona, la vita politica degli anni Settanta ha lasciato la sua impronta, p.es. Craxi, Thatcher, Wojtyfa, Wafesa (e Solidarnos'c), non si è registrato invece il nome di laruzelski. Tra i nomi già citati nella prima edizione troviamo tra l'altro une correzione nella pronuncia di Kierkegaard: la prima vocale ora è [i] mentre la prima edizione indicava, erroneamente , [e].

Il repertorio dei nomi geografici - impressionante già nella prima edizione - è stato
notevolmente ampliato, soprattutto per quanto riguarda i nomi di località italiane, e, probabilmente,
grazie all'attività di informatori locali.

Per le parole mutuate da lingue straniere ci sono da notare degli aggiornamenti. C'è p.es. jogging, mentre il windsurf non è ancora approdato sulle pagine del DOP. Altra novità è ombudsmand per il quale è indicata soltanto la pronuncia svedese (e cioè, con u come vocale centrale arrotondata). Mi pare che la reazione normale del parlante italiano davanti a questa parola straniera, sia di pronunciarla semplicemente con [u].

Tra le innovazioni più notevoli del patrimonio lessicale (e, del resto, fenomeno non soltanto italiano) si trovano le sigle o le abbreviazioni, le quali, spesso, per combinazioni "impossibili" o contrarie alla struttura fonotattìca, creano incertezze per quanto riguarda la pronuncia. Così sono stati introdotti FBI, CIA (FBI sia con pronuncia inglese che con pronuncia italiana, CIA, invece, soltanto con la pronuncia italiana [eia]) e NASA. La pronuncia delle abbreviazioni dei partiti politici è, salvo errore, del tutto trascurata.

A testimoniare l'accuratezza enorme del lavoro, si possono in qualche caso perfino notare
delle revisioni dei commenti ai vocaboli che fanno parte del vocabolario centrale (così
p.es. sotto la vocea).

Ho accolto con grande entusiasmo questa nuova edizione del DOP che considero un'impresa
eccellente la cui utilità non si deve sottovalutare.

L'ampliamento del DOP ha un solo inconveniente: il volume, purtroppo, è diventato di
formato troppo grosso.

Copenaghen