Revue Romane, Bind 11 (1976) 1

Le relazioni fra il Werther di Johann Wolfgang Goethe e Le Ultime Lettere di Jacopo Ortis di Ugo Foscolo

di

Kirsten Grubb Jensen

Nell'elenco delle opere di Ugo Foseólo « Le Ultime Lettere di Jacopo Ortis » occupano un posto di particolare importanza dato che questo libro, un romanzo epistolare, è la sua prima creazione poetica che dimostri un'innegabile maturità ed un notevole valore artistico. Sorge però un problema di carattere diverso ; quello che riguarda l'originalità di quest'opera per la quale il Foseólo è sempre stato accusato di plagio. Fino dalla sua prima apparizione al pubblico nel 1798, diversi giornalistil, secondo ciò che afferma il poeta stesso, accusarono il romanzo di mancanza di originalità ; questo fatto preoccupò moltissimo il poeta che in seguito cercò sempre di difendere il suo lavoro da questa grave accusa. E non fu solo il Foseólo ad occuparsene, ma tutta la critica foscoliana ha preso posizione pro o contro la taccia di plagio mossa contro la famosa opera giovanile del Foseólo. Nel seguente articolo faremo un'analisi del rapporto fra «Le Ultime Lettere di Jacopo Ortis » ed il loro «modello», se cosi lo si può chiamare, cioè : «Die Leyden des Jungen Werther» di Wolfgang Goethe. Dimostreremo che secondo noi si può parlare d'influenza, ma che di plagio non sarebbe giusto parlare.

Le date più importanti nella storia della creazione dell'Ortis sono le
seguenti: 1774, prima edizione del Werther2, 1782 prima traduzione del
Werther in italiano3, 1788 seconda traduzione del Werther in italiano ed



1: Edizione nazionale delle opere di Ugo Foseólo vol. IV. p. 546-547 Lettera a J. S. Bartholdy: «Divulgato appena il libro, i giornalisti ne fecero merito al Werther, senza considerare ecc. »

2: Die Leiden des jungen Werthers (von J. W. v. Goethe). Leipzig, Weygand, 1774. In: 8. 224 p. vignette sur le premier titre. Più tardi il Goethe stesso cambia il titolo in: Die Leiden des jungen Werther, si veda: Goethes Werke, Band VI, Hamburger Ausgabe, 1951 p. 560.

3: Werther, opera di sentimento tradotta da G. Grassi, pp. 210, Poschiavo (1782) 8.

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apparentemente uscita a Londra4, 1794 viene rappresentata a Venezia una commedia del noto commediografo, Antonio Simon Sografi intitolata Verters Commedia che il Foseólo probabilmente vide. Risale a due anni dopo, al 1796, il «Piano Di Studi» nel quale il poeta esprime il desiderio di mettersi a studiare il Goethe e di portare a compimento la composizione del romanzo epistolare cui pensava da tempo.

La data seguente, il 1798, di evidente importanza, è Tanno in cui viene pubblicato per la prima volta il romanzo foscoliano ; seguono poi le edizioni del 1802 e del 1816, quella zurighese con la Notizia Bibliografica, e quella del 1817, uscita a Londra e che è l'edizione difinitiva del romanzo. Nella Notizia Bibliografica che risale all'edizione zurighese del romanzo il Foseólo stesso prende la parola collo scopo preciso di difendere il suo libro dall' accusa di plagio che gli era stata mossa, ed è appunto la questione della suddetta accusa che sarà più diffusamente discussa nelle seguenti pagine.

Probabilmente quando nel 1792 il Foseólo arrivò a Venezia dall'isola di Zacynthos, nel mare greco, dove aveva trascorso l'infanzia non aveva dell'italiano una conoscenza tale da permettergli di comporre opere letterarie in questa lingua. Gli ci volle un periodo di formazione che gli permettesse di «imparare il suo mestiere» prima di essersi fatto una cultura abbastanza vasta da potervisi appoggiare nella composizione delle proprie opere poetiche. Si sa che durante questo periodo, si potrebbe dire di allenamento artistico, il Foseólo studiò le opere dell'antichità classica sia latine che greche e che contemporaneamente il giovane poeta cercò anche di farsi una cultura nel campo della letteratura contemporanea leggendo e frequentando assiduamente i teatri. Visto che il Foseólo al suo arrivo in Italia non conosceva molto bene l'italiano e tanto meno il tedesco, è molto probabile che il poeta nel 1792 non avesse mai sentito parlare dei «Leiden des jungen Werthers» di Goethe. Il romanzo era uscito per la prima volta nel 17746 e aveva suscitato enorme scalpore diventando subito un romanzo famosissimo letto non solo in Germania, ma in tutta l'Europa7.



4: Gli affanni del giovane Verter .. . tradotti ... da Corrado Ludger. 2 pt. T. Hookham: Londra, (sic.) 1788. 8.

5: Verter: commedia inedita, si veda: II teatro moderno applaudito, ossia Raccolta di tragedie, commedie ecc. 111. Tom (tom. 46) Venezia, 1796-1809. 8.

6: Die Leiden des jungen Werthers (von J. W. v. Goethe). Leipzig, Weygand, 1774. In: 8. 224 p.

7: Goethes Werke, Hamburger Ausgabe, Band VI, p. 559. «Der Roman, im Beginn des Jahres 1774 entstanden, wurde im Sommer gedruckt und erschien zur Herbstmesse. Im Winter 1774/75 war er schon in alien Hànden».

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È perciò molto probabile che il Foseólo appena in possesso dei mezzi linguistici per essere in grado di leggere la letteratura europea contemporanea abbia incontrato il nome di Goethe il che in questa epoca equivaleva praticamente al titolo del Werther. Era l'unica opera goethiana diffusa e conosciuta in tutta l'Europa.

La prima occasione che il Foseólo avrà avuto di incontrare la storia del Werther probabilmente gli sarà stata offerta dal teatro che il poeta, come abbiamo detto dianzi, frequentava assiduamente. Proprio nel 1794, il 30 ottobre, venne rappresentata la commedia «Verter» di Antonio Simon Sografi al teatro di S. Giovanni Grisostomo a Venezia, come vuole dimostrare la tesi di un noto studioso tedescoB, pubblicata in un articolo apparso al pubblico all'inizio di questo secolo, secondo il quale il Foseólo fece la conoscenza del Werther attraverso la commedia del Sografi, cioè in maniera indiretta. Il poeta avrebbe in seguito letto la fonte originale della commedia del Sografi, cioè il romanzo di Goethe, in traduzione italiana. Non sappiamo con esattezza se il Foseólo abbia visto o no la rappresentazione della commedia del Sografi, ma lo possiamo supporre dal fatto che è risaputo che la commedia ebbe notevole successo. Questa commedia è tuttora inedita, la si trova però stampata nel «Teatro Moderno (applaudito)»9, il giornale cioè dei teatri di Venezia, che riporta l'intero testo della commedia ed anche alcune notizie storico-critiche sul «Verter». Possiamo cosi sapere che si tratta della prima commedia del Sografi, ci viene comunicata la data della prima rappresentazione, già menzionata, ed il particolare che la commedia fu replicata per molte sere.

Da tutti questi dati e sapendo che è in quest' epoca che il Foseólo frequentò i salotti più famosi di Venezia tra gli altri quello di Isabella Teotochi-Albrizzi, le scuole di Venezia e l'università di Padova, dove fece la conoscenza di MelchiorreCesarotti,possiamo permetterci di supporre che egli abbia desiderato vedere una commedia in voga che perdipiu aveva come fonte un romanzo altrettanto rinomato, - letto e discusso da tutti coloro che si occupavano della letteratura contemporanea, cioè il Werther di Goethe. L'impressione che probabilmente il Foseólo si fece del Werther goethiano nella versione del Sografi è in massimo grado indiretta, perché l'opera del Sografi non assomigliachenelle



8: Sografis Komôdie «Werther» und Ugo Foseólos Roman «Letzte Briefe des lacopo Ortis». von Professor Dr. F. Zschech, in Germanisch-Romanische Monatsschrift 111. 1911, p. 597 ff.

9: Teatro Moderno (applaudito) Tom. 44-46. Venezia 1800 - Verter, commedia inedita del Signor Antonio Simon Sografi in Venezia MDCCC.

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somigliachenellegrandi linee a quella del Goethe. La trama non è la stessa o 10 è solo fino ad un certo punto, perché l'opera del Sografi è una commedia, quindi un'opera a lieto fine, mentre quella del Goethe, che è un romanzo epistolare, finisce in maniera tragica con la morte di Werther ... il Verter del Sografi invece non muore! Anche i protagonisti delle due versioni Werther e Verter non sono identici, per esempio Verter ha un rivale che aspira anche lui all'amore di Carlotta, un rivale nel romanzo di Goethe, come è noto, non esiste. Ma bastano questi pochi accenni per mettere in risalto la notevole differenza che separa il romanzo di Goethe dalla commedia italiana ispiratavisi.Ledue opere hanno in comune solo un nucleo centrale: l'amore di un giovane sentimentale per una donna promessa ad altri e poi sposata e ... l'ambiente borghese in cui la trama si svolge; sono questi gli elementi che possiamo ritrovare anche nell'Ortis del Foseólo. Ma se possiamo soltanto supporre che il Foseólo abbia visto la commedia «Verter» del Sografi, sappiamoinvececon esattezza che nel 1796 - nel cosiddetto Piano Di Studi che è pervenuto sino a noi in edizione stampata nel volume VI. dell'edizione nazionale delle opere di Ugo Foseólo e che conosciamo anche attraverso una lettera del Foseólo ali' amico Tommaso Olivi - il poeta si propose di studiare 11 Goethe edi riprendere il lavoro di un romanzo epistolare già iniziatolo - e che avrebbe avuto per titolo «Laura, lettere». Infatti nella prima lettera a Tommaso Olivi il Foseólo pronuncia due volte il nome di Laurall. Una nuova testimonianza dell'intenzione dell'autore di riprendere la stesura del romanzo epistolare già iniziato la troviamo in un'altra lettera di questo periodo, diretta ad un suo amico, Paolo Costa. Il poeta scrive in questa lettera:« Dopo la Cantica voglio mettermi in qualche riposo scrivendo certo libretto ... »12 ed è ormai opinione comunemente accettata che il poeta alluda al romanzo «Laura, lettere» iniziato, secondo il Piano Di Studi, intorno al 1794. Questo Piano Di Studi che, a quanto pare, risale al 1796 ha un'importanzaenorme,perché contiene un elenco degli autori che il Foseólo intendeva studiare in quell'epoca e perché include anche il piano delle opere del poeta sia quelle già iniziate che quelle che avrebbe composto in seguito. Il Piano Di Studi è pervenuto sino a noi solo in via indiretta, secondo lo studioso F.



10: Ed. Naz. vol. XIV. Epistolario 1, p. 33-38, - le due lettere a Tommaso Olivi in cui parla di Laura.

11: Ed. Naz. vol. XIV. Epistolano 1, p. 34-35.

12: Ed. Naz. vol. XIV. Epistolario 1, p. 30-31.

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Zschechl3, (bisogna però subito aggiungere che la sua tesi è ormai sorpassata da tempo) altri critici invece lo citano come esistente. Cosi nell' introduzione all'edizione nazionale voi. IV. si legge in pagina XI: «... tra le «prose originali », composte o che intendeva comporre, ricordi anche Laura, lettere, «libro non interamente compiuto », ma a cui «l'autore è costretto a dare l'ultimamano,quando anche ei noi volesse »»14.

Nel volume VI. dell'ed. naz., uscito soltanto nel 1972, il Piano Di Studi viene riportato per estenso di modo che in questa edizione si trovano anche le notizie che interessano a noi. Fra i Romanzi - che il Foseólo intende leggere troviamo la «Nouvell' Heloise» (l'ortografia errata che riportiamo è quella originale del Foseólo); ed il poeta prosegue subito dopo: «A questi poeti si potrebbe aggiungere Monti, Klopstok e Young: ed ai romanzieri gli antichi scrittori di favole, Richardson, Arnaud, e Goethe»ls. Possiamo costatare con soddisfazione, pensando alla nostra tesi, che nel Piano Di Studi figurano tutti i più famosi autori di romanzi epistolari da Richardson a Goethe. Sotto la voce - «Prose originali » troviamo poi le frasi che in parte abbiamo già citate dal voi. IV. dell' ed. naz. Il Foseólo scrive quanto segue : « Laura. - Lettere. Questo libro non è interamente compiuto, ma l'autore è costretto a dargli l'ultima mano quando anche ei noi volesse »16. Cosi infatti risulta con ogni chiarezza che il «Piano» esiste.

Sia il romanzo «Laura. - Lettere», come appare da quanto detto sopra, che il nome di Goethe vengono menzionati nel Piano Di Studi. Sembra perciò chiaro che una relazione tra il Protoortis/l'Ortis ed il Werther di Goethe esista già a partire dal 1796. Una relazione verosimile che, noi almeno lo speriamo, sarà resa più chiara nelle pagine successive di questo studio. Laura. - Lettere doveva essere, come appare dal titolo, un romanzo epistolare. Comporre dei romanzi epistolari era una tendenza dell' epoca, una tradizione che al tempo del Foseólo continuava da più di mezzo secolo.

I primi romanzi epistolari di grande importanza sono quelli dell'inglese,
Richardson, che uscirono nell'ordine seguente: 1740 Pamela, 1748 Clarissa,
1753 Grandison. Poi nel 1759 segui La Nouvelle Héloïse di Rousseau, e



13: F. Zschech: Sografis Komòdie «Werther» und Ugo Foseólos Roman «Letzte Briefe des lacopo Ortis» - Germanisch-Romanische Monatsschrift 111, 1911, p. 598. «Zunâchst hatte er ihn fur sich entworfen; dadurch aber, dass er eine Abschrift davon seinem Freunde Tommaso Olivi aus Chioggia mitteilte, ist er erhalten geblieben und. . . ».

14: U. Foseólo, Prose, a cura di V. Cian, Bari, Laterza, 1912, voi. I, pp. 3-6.

15: Ed. Naz. voi. VI. Piano Di Studi, p. 5.

16: Ed. Naz. voi. VI. Piano Di Studi, p. 6.

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infine nel 1774 il Werther, l'opera più famosa del genere e quella che con ogni probabilità ha maggiormente influenzato il romanzo epistolare che interessa a noi, cioè l'Ortis del Foseólo. Di quest'ultimo la prima edizione usci nel 1798. Il genere del romanzo epistolare appartiene alla corrente letterariache con un vocabolo tedesco viene chiamata «die Empfindsamkeit» che significa qualcosa fra ipersensibile e sentimentale, quel guardare egocentricamentei propri sentimenti per analizzarli ed esibirli in qualche modo, ad esempio per mezzo di lettere private o romanzi epistolari. Il romanzo epistolare fu cosi uno strumento addattissimo a concentrare tutta l'attenzione del lettore su un solo protagonista il cui animo viene analizzato nei minimi dettagli. La tecnica dei romanzi epistolari menzionati sopra varia alquanto; per esempio in La Nouvelle Héloïse si intrecciano lettere di più persone, mentre nel Werther solo il protagonista, Werther, scrive ad un suo amico, Wilhelm, tecnica che sarebbe poi stata ripresa dal Foseólo nell'Ortis e che serve a rendere la composizione più chiara ed a concentrare ancora di più l'attenzione sul protagonista e sui suoi sentimentil7.

È proprio la somiglianzà fra il Werther e l'Ortis per quanto concerne la composizione ed anche la tematica che ci convince del fatto che sia stato il Werther e non uno degli altri romanzi epistolari sopraccitati ad esercitare l'influenza maggiore sull'Ortis. In tutti e due questi romanzi ci troviamo di fronte ad un solo protagonista che scrive, tutti e due i protagonisti sono maschili, tutti e due si suicidano alla fine del romanzo ... ed in tutti e due i casi i poeti (Goethe e Foseólo) fingono di pubblicare soltanto lettere altrui cioè: le lettere dei due suicidi. Dal momento perciò che ci sembra d'aver dimostrato con sufficiente evidenza che se esiste un «modello» dell'Ortis, questo deve essere il Werther, ci sembra anche utile, a questo punto del nostro lavoro, analizzare come il Foseólo sia potuto venire a conoscenza



17: Per ulteriori informazioni intorno al genere del romanzo epistolare rimandiamo al manuale di Gero v. Wilpert, ad un articolo ed a una monografia che ci sono parsi interessanti e degni di essere consultati. 1. Gero von Wilpert, Sachwôrterbuch der Literatur, Krôner. - Sotto la voce di Briefroman. 2. University of California Publications, Modem Philology 21, 1937-44, Charles E. Kany, The Beginnings of The Epistolary Novel in France, Italy, and Spain, University of California Press Berkeley, California, 1937. 3. Erich Schmidt, Richardson, Rousseau und Goethe, Jena, 1875.

18: Cfr. Erich Schmidt: Richardson, Rousseau und Goethe, pp. 133-134-135, Jena, 1875.

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della fonte originale della sua opera giovanile. Gioverebbe cioè eseguire uno studio sulle varie traduzioni in italiano del Werther che erano a disposizione del Foseólo intorno al 1796. È un fatto risaputo che il Foseólo non sapeva il tedesco, d'altronde il poeta stesso lo riconosce nella sua lettera a J. S. Bartholdy del 180819, deve perciò aver letto il Werther in traduzione, probabilmentein una traduzione italiana, ma quale ? Perché come appare dalle parole del Foseólo stesso ce n'erano almeno due2o. Secondo il Goethe-Jahrbuchdel 1887 esistevano tre traduzioni del Werther in italiano che il Foseólo avrebbe potuto usare2l. Il poeta parla anche di una traduzione fatta dalla sua amica Antonietta Fagnani-Arese, ma non si sa quando22, ela traduzione non sembra esistere, come appare dal Goethe-Jahrbuch23. A noi non è nemmeno riuscito di trovare la traduzione di Michel Salom, mentre le altre due le abbiamo consultate al British Muséum di Londra, in ogni caso sembra che regni una notevole confusione intorno alla questione delle traduzioni del Werther in italiano, e perciò cercheremo ora di chiarire questo problema che ci sembra molto interessante ed anche molto importante per la storia dell'influenzadel Werther su altri poeti.

La prima edizione del Werther in tedesco usci nel 1774 col titolo di «Die
Leiden des jungen Werthers »24, la seconda edizione, curata e corretta dallo
stesso Goethe, usci nel 1787 e nel 1824 usci un'edizione col titolo «Die



19: Ed. Naz. voi. IV. Lettera a J. S. Bartholdy, p. 547-548 : « Dello stile, merito capitale, non fo paragone perché io non so di tedesco, e le due versioni italiane sono fredde, secche e plebee. »

20: Ed. Naz. voi. IV. Lettera aJ.S. Bartholdy, p. 548: «e le due versioni italiane ... »

21: Goethe-Jahrbuch Vili. Band 1887 p. 104: «Die Werther-Übersetzung, deren Foseólo hier gedenkt, von Antonietta Avesi (il Goethe-Jahrbuch scrive Avesi ...) ist nicht bekannt; die italienischen Übersetzungen, die Foseólo hier im Auge haben kann, sind die von Antonio Grassi, Corrado Ludger, Michel Salom (vgl. Appell, 3. Aufl., S. 290, 291). Der eben erwàhnte Grassi ist wohl nicht derselbe, der in den unten mitgetheilten Briefen Kôrners vom 29. Mai 1797 und 16. Mai 1802 vorkommt.

22: Ed. Naz. voi. IV, p. 542 Al Signor Goethe: «La contessa Antonietta Aresi mia eterna unica amica tradusse dall'ultima edizione il Werther nello stile delPOrtis: e sarà questa la sola versione italiana che l'ignoranza de' traduttori, o la prepotenza de' governi non abbiano mutilata. »

23: Cfr. Guethe-Jdhrbuch Vili. Band 1887, p. 104: "Die Werther-Überset7ung, deren Foseólo hier gedenkt, von Antonietta Avesi ist nicht bekannt ; ...»

24: Die Leiden des jungen Werthers (von J. W. v. Goethe) - Leipzig, Weygand, 1774. In: B°, 224 p.

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Leiden des jungen Werther» con il titolo cambiato dal poeta stesso. Il libro ebbe un successo enorme e per questo motivo fu in breve tempo tradotto in varie lingue straniere prima di tutto probabilmente in francese2s. È possibile che ci siano traduzioni in altre lingue fatte prima di quella in francese, ma noi non ne abbiamo trovata nessuna traccia. Questa prima traduzione in francese usci nel 177626, ad essa ne seguirono subito un'altra nel 1777 ed una terza nel 1792, quest'ultima pubblicata a Londra27.

Le prime traduzioni del Werther in lingua straniera pare dunque siano quelle in francese, poi ne vennero fatte molte altre, anche in italiano. Lo studioso tedesco I. W. Appell ne parla nei seguenti termini : « Eine italienischeUebersetzung Werthers wurde dem Dichter im Jahr 1781 zugesandt, wie aus den Briefen an Frau von Stein 11, 126 hervorgeht, und 1782 erschien eine von Gaj. Grassi zu Poschiavo mit einer Vertheidigung des Romans. Ferner trat Werther nochmals in einem neuen italienischen Gewande im Jahr 1788 zu London ans Licht, von K. Ludger iibersetzt, ... »28 ed una consultazione fatta al British Muséum a Londra ci porta allo stesso risultato, e cioè che la prima traduzione del Werther in italiano è del 1782, la seconda del 178829. È degno di nota il fatto che la seconda traduzione sia stata fatta «dall'originaletedesco». Per quanto riguarda la prima traduzione menzionata, cioè quella del Grassi, non si sa se venisse fatta dal tedesco o dal francese. Il Foseólo stesso era dell' opinione che le traduzioni fossero state eseguite dal



25: Fernand Baldensberger, Goethe en France, Paris 19202, l'inizio dell'articolo.

26: Les Souffrances du jeune Werther, en deux parties, traduit de l'original allemand (de Goethe) par le B. S. d. S. (baron S. de Seckendorf). Erlangen, W. Walther, 1776.

27: Passion du jeune Werther. (Par Goethe, traduit par Aubry). Londres, 1792.

28: Werther und seine Zeit, zur Goethe-Literatur von I. W. Appell - Leipzig Verlag, von Wilhelm Engelmann, 1855, p. 14-15. Traduzione della citazione: «Una traduzione in italiano del Werther fu inviata al poeta nell'anno 1781, come risulta dalle lettere alla Signora von Stein 11, 126, e nel 1782 ne usci una fatta da Gaj. Grassi a Poschiavo con una difesa del romanzo. Inoltre il Werther apparve ancora una volta in una nuova versione italiana nell'anno 1788 a Londra, tradotta da K. Ludger, ...»

29: I. Werther - opera di sentimento del Dottor Goethe, celebre Scrittor Tedesco - tradotta da Gaetano Grassi - Milanese. Coli'aggiunta di un'Apologià in favore dell'Opera Medesima - Nec verbum verbo - Horat. In Poschiavo - per Giuseppe Ambrosioni. 1782. 11. Gli Affanni del Giovane Verter: Dall'Originale tedesco; Tradotti in Lingua Toscana, Da Corrado Ludger. Londra: Per T. Hookham, New Bond - Street. MDCCLXXXVIII. (1788)

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francese e che per questo motivo fossero cosi malfatte3o, ma, come abbiamo già rilevato, quella del Ludger era stata tratta dall'originale tedesco. Ciononostantetutte e due le traduzioni ci sono parse buone ed il Foseólo non avrebbe avuto motivi validi per preferirne una piuttosto dell' altra. Se perciò il poeta ha effettivamente preferito una delle due traduzioni, il motivo è probabilmente un altro, e cioè che il poeta ha preferito quella del Grassi, pubblicata in Italia nel 1782, e perciò uscita per prima.

Non è stato possibile studiare la biografia dei due traduttori del Werther in italiano. Anzi data la scarsità delle informazioni sulla vita di questi autori che non figurano nemmeno nelle grandi biografie europee, non è possibile descrivere né le loro vite né la loro attività letteraria. Una cosa però salta subito agli occhi ed è che sia gli autori dell'edizione nazionale che il Goethe- Jahrbuch hanno commesso un errore abbastanza grave riguardo alla prima traduzione del Werther in italiano, ci riferiamo a quella dei 1782. Il Goethe- Jahrbuch afferma che il nome del primo traduttore italiano è Antonio Grassi3l, e nell'edizione nazionale delle opere di Ugo Foseólo appare il secondo errore, piuttosto grave, perché qui si sostiene che la traduzione di cui stiamo parlando èdi Giuseppe Grassi32. Questo fatto però non ci sembra possibile, perché Giuseppe Grassi nacque nel 1779; egli non poteva perciò nel 1781 scrivere una traduzione in italiano del Werther - nemmeno Mozart a tre anni era in grado di comporre. Siccome in ogni caso ci sembrava un problema interessante chiarire chi ha veramente fatto la prima traduzione del Werther in italiano abbiamo consultato al British Muséum di Londra la



30: Ed. Naz. voi. IV. Notizia Bibliografica, p. 526 in nota e. «Vi sono due traduzioni italiane del Werther. L'Una, stampata molti anni addietro in Poschiavo, è mutilata e pare fatta sopra il testo francese. L'Altra, stampata in Padova verso la fine del secolo scorso, ha in fronte una lettera dalla quale apparisce che il traduttore aveva mandato il manoscritto al signor Goethe ...»

31: Goethe-Jahrbuch Vili. Band 1887, p. 104, in basso.

32: Ed. Naz. voi. XIV. Epistolario I. «Giuseppe Grassi, letterato torinese (1779-1831), noto soprattutto pei suoi studi sulla lingua italiana, fra i quali specialmente importante il Saggio intorno ai sinonimi. Aveva pubblicato a Poschiavo fino dal 1781 una traduzione del Werther, ristampata poi a Milano nel 1800. ecc. »

32a: Dizionario enciclopedico della letteratura italiana, voi. HI, G-Me, Cop. by Gius. Laterza e Figli spa, Bari; Unione Editoriale spa Roma, 1967. (sotto la voce Grassi) : Grassi, Giuseppe. Torino 1779-ivi 1831. Fu direttore del giornale ufficiale del regno sardo «Gazzetta piemontese». ... Scrisse un Saggio intorno ai Sinonimi (1821). Pensiamo che questi pochi accenni bastino a dimostrare che i redattori dell'edizione nazionale delle opere di Ugo Foseólo abbiano proprio pensato a questo signore di nome Giuseppe Grassi. Ma ci risulta impossibile che Giuseppe Grassi nel 1781 abbia potuto pubblicare una traduzione italiana del Werther.

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traduzione in questione che appare fatta da un certo Gaetano Grassi33. Dunque dopo il lavoro svolto ed appena descritto pensiamo che la traduzione di Gaetano Grassi sia quella di cui probabilmente il Foseólo si è servito per acquisire una conoscenza diretta del Werther di Goethe.

Con ogni probabilità il Foseólo studiò il Werther negli anni subito dopo la stesura del «Piano Di Studi» che ci fa risalire al 1796, ed in ogni caso la prima edizione dell'Ortis fu quella del 1798. L'edizione del 1798 usci nel settembre/ottobre di queir anno e fu solo parziale, perché il Foseólo dovette, per motivi politici, abbandonarne la stesura dopo la lettera XLV. L'editore presso il quale il Foseólo stava facendo stampare il suo romanzo, un certo Marsigli, affidò ad uno scrittore di nome Angelo Sassoli molto inferiore al Foseólo il compito di portare a termine il romanzo foscoliano, che fece poi pubblicare all'insaputa del poeta, una falsificazione, come proveremo in seguito, che dispiacque immensamente al Foseólo.

Dell'edizione, uscita nel 1798, esistono a quanto pare due soli esemplari. Gli Austro-Russi nel frattempo avevano occupato Bologna dove lo stampatore Marsigli cercava di far pubblicare l'Ortis. E siccome gli Austro-Russi rappresentavano idee politiche di tendenza reazionaria, il romanzo del Foseólo dovette dispiacere al soprannominato governo reazionario ed alla sua censura, per cui il libro fu rifiutato e rispedito al tipografo e con ogni probabilità non fu mai pubblicato. Dopo la partenza del Foseólo da Bologna il tipografo, Marsigli, intraprese la falsificazione dell'Ortis cui abbiamo già accennato, ed il romanzo dopo diverse correzioni e manomissioni per soddisfare alle esigenze della censura ed anche al gusto sentimentale della maggiorparte del pubblico dell'epoca usci nel 1799 col beneplacito della censura reazionaria, ormai sotto il titolo di «Vera storia di due amanti infelici ossia Ultime lettere di Jacopo Ortis». Era questa edizione una vera e propria falsificazione! Prima di tutto il soprannominato Angelo Sassoli, e non il Foseólo, aveva composto tutta la seconda parte del romanzo cambiando nella stesura della seconda parte la tematica del libro e tutta la sua atmosfera, si potrebbe dire, appunto per non attirare sulla propria persona le ire della censura.

Li per li il Foseólo non reagì perché era occupato dagli avvenimenti politici, ma quando nel 1801 o forse già verso la fine del 1800 il poeta venne a conoscenza della falsificazione dell'opera che perdipiú circolava nelle librerie e quindi veniva letta e presa per una sua opera, se ne sdegnò vivamenteereagì.Il



33: Werther - opera di sentimento del Dottor Goethe, celebre Scrittor Tedesco - tradotta da Gaetano Grassi - Milanese, in Poschiavo - 1782.

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menteereagì.Ilpoeta scrisse un articolo sul giornale, la «Gazzetta universale»diFirenze,il 3 gennaio 1801 nel quale rifiutava tutte le edizioni dell'Ortisanteriorial180 134. Questo rifiuto fu poi riprodotto dal «Monitore bolognese» il 17 marzo 180135, e con ciò il Foseólo aveva preparato la strada alla nuova edizione dell'Ortis che intendeva comporre e di cui la prima parte in un solo volume sarebbe apparsa nel 1801 (l'edizione Mainardi) e l'edizionecompleta,indue volumi, nel 1802 («L'edizione milanese»). Queste nuove edizioni sarebbero dunque state veramente sue, scritte e curate dal poeta in persona. Le due nuove edizioni furono pubblicate a Milano, ma della prima, l'edizione Mainardi, esiste secondo l'introduzione all'edizione nazionale voi. IV. un solo esemplare che si trova nel Goethe- und Schiller- Archiv di Weimar36 e che come dimostreremo in seguito, il Foseólo, nel 1802, mandò in omaggio a Goethe. Le due nuove edizioni milanesi rispettivamentedel1801e del 1802 contengono notevoli cambiamenti sia tematici che stilistici rispetto all'edizione del 1798. Il primo cambiamento di rilievo concerne la protagonista femminile, Teresa. Nell'edizione del 1798 Teresa è una donna matura (vedova con una fìgliuolina di 4 anni) che ama sinceramenteOdoardodasempre, cioè da prima del suo matrimonio con l'anziano, ma amabile marito. Solo per la morte tragica e prematura del padre e legata da una promessa a questi aveva acconsentito a sposare invece di Odoardo il padre di sua figlia. Si noti che anche la Lotte nel Werther ama sinceramente il suo sposo Albert. Quindi ci sono già nell'edizione del 1798 somiglianze tematiche fra il Werther e l'Ortis: né Lotte né la prima Teresa ricambiano i sentimenti di rispettivamente Werther e Jacopo. Nelle edizioni del 1801 e del 1802 invece Teresa diventa una vergine giovanissima che ricambia i sentimentidiJacopo - prova ne è il bellissimo episodio sotto il gelso in cui i due giovani si scambiano l'unico bacio che sarà loro concesso nel corso di tutto il romanzo. Ed è questo bacio che convince Jacopo della profondità dei sentimentidiTeresaper lui. La seconda differenza notevole fra l'edizione del 1798 e le edizioni seguenti (1801 e 1802) è l'importanza che il tema politiconazionalevieneadassumere nelle nuove edizioni del romanzo. Questo tema non era affatto cosi importante nella prima edizione - anche perché il romanzo,cosicomeapparve nel 1798, non era completo. Il tema politico



34: Ed. Naz. voi. IV. Introduzione, p. XXXIII: «Onde fino a che mi concedano i tempi di riprendere la stampa dell' autografo delle Ultime lettere di Jacopo Ortis io protesto apocrife e contaminate in ogni loro parte tutte quelle che saranno anteriori al 1801, e che non avranno in fronte questo rifiuto».

35: Ed. Naz. voi. IV. Introduzione, p. XXXIII.

36: Ed. Naz. voi. IV. Introduzione, p. XXXVII.

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infatti assume grande importanza soprattutto nella seconda parte del romanzo,dopolapartenza di Jacopo dai colli Euganei, cioè in quella parte che manca nella prima edizione del romanzo o perlomeno quella che non era stata scritta dal Foseólo. Con ciò siamo giunti alla terza e più importante differenza fra da una parte la prima e la seconda - e dall'altra la terza edizionedell'Ortisecioè al fatto che le edizioni del 1798 e del 1801 non erano state portate a termine, mentre lo era invece l'edizione del 1802, inoltre interamente stesa e curata dal Foseólo in persona. La seconda parte del romanzo è come abbiamo rilevato quella che contiene il tema politiconazionale,untemache non è presente nel Werther. Esiste nel Werther un tema simile, ma è formulato diversamente, perché se nell'Ortis si può parlare della presenza di un discorso veramente politico-nazionale, nel Werther si potrebbe al massimo parlare di un discorso borghese-sociale. Eppure una somiglianzà strutturale fra l'Ortis sia quello del 1798 che quello del 1802 ed il Werther esiste: Tutti e due i protagonisti, dopo aver riconosciuto l'impossibilitàdeiloroamori, partono con lo scopo preciso di allontanarsi dal luogo dove abitano le loro amate. Per concludere in un primo momento la discussionedellesomiglianzefra il secondo Ortis ed il Werther si potrebbe allora sostenere che l'edizione del 1802 assomigli di più al Werther a causa della figura di Teresa, una vergine giovanissima promessa ad altri e che perciò il protagonista non può sposare; come la Lotte del Werther. Esistono dunque somiglianze tematiche fra l'Ortis del 1802 ed il Werther (se ne potrebbero citare altre), però questo fatto assume meno importanza se si considera la somiglianzà evidente fra l'atmosfera decisamente preromantica della prima edizione dell'Ortis (del 1798) e l'atmosfera quasi uguale del Werther. Sono tutte e due opere pervase da un gusto tipicamente preromantico. A questo punto sarebbe forse rilevante ricordare che nel 1800 a Milano, dove il Foseóloabitòinquesto periodo, usci la ristampa di una traduzione del Werther in italiano37. È probabile che il Foseólo a Milano abbia visto la nuova traduzione del Werther e per questo motivo riscritto il suo romanzo «del cuore» con i cambiamenti tematici già rilevati, cambiamenti che per alcuni aspetti portavano il romanzo più vicino a quello di Goethe. Abbiamo già dimostrato che la traduzione non era di Giuseppe Grassi, ma di Gaetano Grassi, perciò la tesi appena avanzata soffre già di un grave errore, ma ci



37: Ed. Naz. voi. XIV, p. 129 in nota, 2. «Giuseppe Grassi, letterato torinese (1779-1831), soprattutto pei suoi studi sulla lingua italiana, fra i quali specialmente importante il Saggio intorno ai sinonimi. Aveva pubblicato a Poschiavo fino dal 1781 una traduzione del Werther, ristampata poi a Milano nel 1800».

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sono anche altri motivi per cui noi non possiamo prestarle fede. Infatti noi pensiamo che il Foseólo già a partire dal 1796 ali'incirca conoscesse il Werther e che quindi il Werther abbia già influenzato l'edizione del 1798 dell'Ortis.Osiamoavanzarequesta ipotesi perché già nell'edizione del 1798 troviamo una struttura uguale a quella che abbiamo anche nel Werther, cioè: le lettere di un unico protagonista che le scrive ad un suo amico, Lorenzo,cosícomenel Werther il solo Werther scrive ad un suo amico, Wilhelm.Anchel'atmosferaè la stessa: Un'atmosfera sentimentalmente languidachesicompiace del proprio sentimentalismo ; è un' atmosfera che appartienesenzailminimo dubbio alla corrente letteraria dell'« Empfindsamkeit».Questesomiglianzedi carattere strutturale e di atmosfera ci sembrano molto più decisive che non alcune somiglianze tematiche. Perciò pensiamo di poter concludere in favore della tesi che sostiene che il Foseólo già a partire dal 1796 conosceva il Werther e che l'aveva preso a modello per il suo Ortis del 1798. D'altronde ci da ragione anche il Gambarin nell'introduzioneali'Orti s3B quando dice: «... il Werther, che non so come si possa dubitare che non fosse fin d'allora (1796) conosciuto dal Foseólo» e crediamoconciòche abbiamo detto sopra di aver difeso ormai a fondo la nostra tesi.

Ma allora che cosa ha provocato gii evidenti cambiamenti che si possono rilevare nell'edizione del 1802 dell'Ortis, se non una prima o una rinnovata lettura del Werther ? Molto probabilmente gli avvenimenti politici cui il poeta ha partecipato, oppure certi avvenimenti di grande importanza nella vita privata del poeta, soprattutto le sue esperienze amorose. Il Foseólo ha partecipatoattivamentealle guerre napoleoniche, suo fratello Giovanni-Dionigi Foseólo nel dicembre del 1801 si suicidò, avvenimento che accrebbe l'innata tristezza e la propensione verso il suicidio che il poeta nutriva da tempo e, cosa molto importante : II Foseólo si innamorò tre volte, successivamente di Teresa Pickler Monti, Isabella Rondoni ed Antonietta Fagnani-Arese. È certo che questi tre amori, e prima di questi, anche l'amore giovanile del poeta per Isabella Teotochi-Albrizzi, figura centrale dell' alta società venezianadellafine del '700, esercitarono un'influenza importante sulla creazione della protagonista femminile dell'Ortis, la Teotochi-Albrizzi già su quella del Protoortis. È cosi probabile che la Teotochi-Albrizzi e la Teresa Pickler Monti abbiano contribuito alla creazione della prima Teresa, quella dell'edizionedel1798, mentre Isabella Roncioni che il Foseólo conobbe ed amò a Firenze (nel 1800-1801) nel periodo che va dalla fine del 1800 all'inizio



38: Ed. Naz. voi. IV. Introduzione p. XIV.

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del 1801 pare aver prestato il suo carattere di donna pura e giovanissima alla Teresa dell'edizione del 1802. Un'influenza molto più significativa sulle opere poetiche del Foseólo ebbe però la terza donna del poeta, la contessa Antonietta Fagnani-Arese. Il Foseólo fece la conoscenza della contessa dopo il suo arrivo a Milano nel 1801, e subito nacque fra loro due una cocente passione non senza problemi per il poeta però, perché la contessa era piuttostofrivolaed aveva anche altri amanti, oltre ad essere sposata naturalmente.Fusotto l'impressione di questo nuovo infelice amore che il Foseólo diede al suo romanzo molti degli elementi più profondi e più sinceramente tragici che appaiono appunto nell'edizione del 1802. Ora il poeta sapeva veramente che cosa significasse un amore infelice. Sembra cosi che anche la contessa Antonietta Fagnani-Arese abbia contribuito, per l'amore che il Foseólo le portava però, non per il suo carattere, alla creazione della figura di Teresa. Bisogna aggiungere poi che esiste come testimonianza di questo amore un ricchissimo carteggio fra i due amanti che è estremamente interessante,perchénumerose lettere che il poeta scrisse alla contessa sono passate inalterate nell'edizione del 1802 dell'Ortis. Sembra cosi che il poeta abbia scritto queste lettere non come lettere private all'amata, ma con lo scopo preciso di farle in seguito pubblicare. Un'analisi del carteggio Foscolo- Fagnani-Arese ed un confronto fra le lettere del Foseólo alla contessa ed alcune lettere dell'Ortis nell'edizione del 1802 e quelle posteriori sono già stati fatti dal professor Lanfranco Caretti dell'università di Firenze39 elo stesso professor Caretti ne parla diffusamente nella storia della letteratura italiana, Garzanti4o, dove svolge un'analisi dettagliata di alcuni brani del carteggio Fagnani-Arese e dei brani corrispondenti dell' Ortis nelle edizioni 1802 e seguenti. La somiglianzà fra le lettere scritte alla Fagnani-Arese e quelle dell'Ortis è veramente cosi convincente, che ci sembra fuori dubbio che il nuovo amore del poeta ed i fatti politici sopravvenuti siano stati i principali elementi ispiratori per la rielaborazione dell'Ortis e non una eventuale rilettura del Werther. Abbiamo già accennato alla lettera che il Foseólo mandò a Goethe in accompagnamento al volume, la prima parte dell'Ortis, che il nostro poeta inviò al grande poeta tedesco nel 1802. La lettera è datata il 16 gennaio 1802, ed è indirizzata a Wolfango Goethe4l.



39: L. Caretti, Sulle lettere del Foseólo all'Arese, in «Belfagor», 1949 (Poi in Studi e ricerche di letteratura italiana, Firenze 1951).

40: Storia della letteratura Italiana, Garzanti, Volume Settimo, L'Ottocento, pp. 131 — 132.

41: Ed. Naz. voi. XIV. Epistolario 1, pp. 129-132.

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Appare dalla lettera che un certo signor Grassi doveva far pervenire il volume a Goethe e la nota relativa alla lettera nell'edizione nazionale voi. XIV ci comunica che si tratta del signor Giuseppe Grassi42, di colui cioè che per primo avrebbe tradotto il Werther in italiano. Noi abbiamo ampiamente dimostrato che non si può trattare del traduttore del Werther, ma non ci è stato possibile verificare se fu realmente Giuseppe Grassi il portatore del libretto foscoliano, in ogni caso del volume che il Goethe effettivamente ricevetteneesiste un esemplare nel Museo goethiano di Weimar. Dobbiamo però subito riconoscere che noi, con nostro grande rimpianto, non abbiamo visto questo volume ; ciò ci dispiace molto, perché sono sorte discussioni fra gli studiosi sull'identità dell'edizione inviata a Goethe dal Foseólo.

Nell'edizione nazionale delle opere di Ugo Foseólo, il critico Plinio Carli è dell'opinione che il poeta mandò a Goethe il primo volume dell'Ortis nell'edizione Mainardi43. Da questa opinione invece differisce lo studioso tedesco, F. Zschech, che sostiene che la copia dell' Ortis, conservata a Weimar,sia il primo volume della «Vera Storia» del 179944. I due studiosi sono, come si vede da ciò che abbiamo appena detto, discordi, e noi propendiamoper la soluzione avvanzata dall'edizione nazionale - senza aver (lo riconosciamo apertamente) visto il volume conservato a Weimar. Lo facciamo perché: I due unici esemplari dell'edizione del 1798 si trovano in Italia4s, rispettivamente a Roma ed a Bologna, l'edizione del 1799, la «Vera



42: Ed. Naz. Voi. XIV. Epistolario 1, p. 129, nota 2.

43: Ed. Naz. Voi. XIV. Epistolario 1, pp. 129-130 nota 3. «Si tratta dell'Ortis nell'edizione iniziata dal Mainardi. Ne usci solo il primo volumetto, di 128 pagine, nel dicembre del 1801. Di questo non esiste più - che si sappia - se non l'esemplare mandato al Goethe, conservato nel Museo goethiano di Weimar, se pur e' è ancora. »

44: F. Zschech, Ugo Foseólos Ortis und Goethes Werther, in Zeitschrift für vergleichende Literaturgeschichte und Renaissance-Literatur. Neue Folge. - Dritter Band. Berlin 1890, p. 55. «Foseólo übersendet den 15. Januar 1802 an Goethe « il primo volumetto di una mia operetta a cui forse die origine il vostro Werther ». Dem um die Foscolo-Studien wohlverdienten Herrn Camillo Antona-Traversi, der den Inhalt des Briefes im Fanfulla della Domen., 11 dicembre 1887, No. 50 einer Priifung unterzieht, môchten wir darin widersprechen, dass dies der erste Teil des neuen Ortis gewesen; wahrscheinlicher ist dass er das erste Bàndchen der Vera Storia übersandte, denn dies hatte Foseólo ja ais sein Werk anerkannt, und die Umarbeitung, die im Oktober 1802 im Drucke vollendet war, solite besonders die zweite Hàlfte betreffen. Jedenfalls ist Foseólo auch hier, was seine Bekanntschaf t mit dem Werther betrifft, abermals Zeuge gegen sich selbst geworden.

45: Ed. Naz. Vol. IV. Introduzione, pp. XXI-XXII.

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Storia», era stata dichiarata «apocrifa» e «contaminata» dal poeta, come lo erano state tutte le edizioni dell'Ortis anteriori al 1801. Perciò ci sembra ovvio, che il Foseólo abbia desiderato mandare all'illustre poeta tedesco una copia dell'edizione nuova e non una di quella falsificata, ed il primo volume dell'edizione Mainardi era pronto appunto entro la fine del 180146. Convinti dagli argomenti appena citati pensiamo che la copia che si trova a Weimar sia una copia dell'edizione Mainardi.

La ragione per cui abbiamo voluto coinvolgere nella nostra discussione la copia di Weimar dell'Ortis e soprattutto la lettera del Foseólo a Goethe è che esse ci forniscono del materiale importante per la nostra discussione intorno all'influenza esercitata dal Werther sull'Ortis. Torniamo dunque alla nostra domanda se sia giusto o no parlare di plagio? Il Foseólo nella sua lettera a Goethe riconosce di essersi ispirato al Werther47. Il Werther «ha forse dato origine» all'Ortis, ma secondo il nostro poeta, che è però conscio del problema, di plagio non si potrebbe parlare. Ma come reagì l'altro poeta coinvolto nella problematica, quando ricevette l'operetta del Foseólo ? Si è parlato d'un gelido silenzio da parte di Goethe, ma non è vero, perché Goethe reagì, fece alcune osservazioni in proposito nel suo diario e sembra anche essersi interessato sinceramente al libro del collega italiano.

Se prendiamo in esame le lettere ed i diari del Goethe, troviamo delle note che riguardano l'Ortis. Esempi dalle lettere di Goethe degni di essere citati sono i seguenti: Una lettera «An Eichstâdt.» - Weimar den 19. Aprii 1806, nella quale il poeta scrive : « Die Briefe des Ortis erhielt ich vor einigen Jahren vom Verfasser mit einem sehr lebhaften Briefe, der sich wohl noch unter meinen Papieren finden müsste ; vielleicht würde sich daraus erklàren, warum mein Exemplar, welches geheftet ankam, nur 128 Seiten hat. Geschlossen ist der Roman nicht, das sieht man wohl. Schon damais war ich geneigt, einige Briefe zu übersetzen, und habe den Anfang jetzt wieder hervorgesucht, da



46: Ed. Naz. voi. IV. Introduzione, p. XXXIX. «Il fatto che il poeta in data 16 gennaio potesse inviare copia del romanzo al Goethe, ed altra contemporaneamente al Melzi d'Eril, comprova che sulla fine del 1801 il volumetto era certamente pronto. Però non è da escludersi che lo fosse anche qualche tempo prima, se in lettera del settembre il Foseólo prometteva a Giulio Robert l'invio «fra pochi giorni» d'una sua «opericciuola», ecc.» (si parla dell'edizione Mainardi.)

47: Ed. Naz. voi. XIV. Epistolario 1, p. 129. «A Wolfango Goethe. Milano 16 Gennaio 1802. Riceverete dal signore Grassi il primo volumetto di una mia operetta a cui forse die origine il vostro Werther.»

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Herr Cotta etwas fur den Damenkalender wünscht. Zu dieser kleinen Rédactionbrauch'ich das Buch, sonst stiind' es zu Diensten »48 e dal contenuto della lettera citata risulta che non soltanto Goethe aveva ricevuto l'Ortis, ma se ne era occupato tanto da volerne personalmente tradurre una parte. Altre testimonianze dalle quali possiamo arguire che Goethe veramente conosceva l'Ortis si possono vedere nel diario di Goethe. Goethe, in data del 19 ottobre, scrive: «An Hrn. Prof. Luden nach Jena, Dank für Ortis und Einladung.»49, ed in data del 26 novembre 1807, il poeta scrive: «Nach Tische Ludens kleine Aufsâtze, historische Aufsátze über Venedig. Werther und Ortis »50. È naturalmente interessante sapere che Goethe si è occupato dell'operetta foscoliana; più interessante però ci sembra il fatto che nel diario e nelle lettere di Goethe incontriamo il nome del professor Luden, cattedratico dell'università di Jena negli anni ai quali risalgono le osservazionidiGoethe appena citate. Il professore Luden era amico di Goethe o perlomeno i due uomini si conoscevano abbastanza bene come risulta da una lettera di Goethe al professore in data del 18 ottobre 1807. Il poeta scrive: «An Luden. Ew. Wohlgeboren - sage vielen Dank für die übersendeten Bande. Ich werde mich immer Ihrer fortgesetzten Thatigkeit um so mehr erfreuen, als ich Theil an dem ungliicklichen Schicksal nahm, das Sie vor einem Jahre betroffen hat.* Es solite mir sehr angenehm seyn, Sie einmal bey mir zu sehen. ecc. ecc. »51 ed il tono della lettera appare amichevole cosi come si nota anche che i due autori desiderano incontrarsi privatamente. Se è allora evidente che Goethe conosceva privatamente il professor Luden, il Foseólo invece lo conosceva solo di nome e per la sua fama di storico e letterato. Ed è per le sue qualità di letterato che il professor Luden viene ad assumere una posizione interessante nel nostro lavoro. Il Foseólo allude al nome del professore nella lettera a J. S. Bartholdy, lodandolo per la sua versione tedesca delle « Ultime Lettere » e per il suo studio comparato del



48: Goethe, Brief an Eichstàdt. Weimar den 19. Aprii 1806. Goethes Werke, Sophien Ausgabe, IV. Abth. 19. Bd., Weimar 1895 (Briefe) pp. 122-124.

49: Goethes Werke, Sophien Ausgabe 111. Abth. 3. Bd. Weimar 1889 (Tagebücher) p. 286.

50: Goethes Werke, Sophien Ausgabe 111. Abth. 3. Bd Weimar 1889 (Tagebücher) p. 300.

51: Goethes Werke, Sophien Ausgabe, IV. Abth. 19. Bd., Weimar 1895 (Briefe) An Luden, Weimar den 18. October 1807 (p. 436). *) II poeta allude evidentemente alla battaglia di Jena.

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Werther e dell'Ortis che è probabilmente il primo confronto che sia mai
stato fatto fra i due romanzis2.

Prima di passare ad una discussione di questo saggio giova però tracciare una breve biografia del professor Luden. Sappiamo già che era amico di Goethe. Nato il 10 aprile 1780 aveva studiato teologia all'università di Gòttingen laureando visi in breve tempo. Era stato nominato professore di storia alla facoltà di filosofia dell'università di Jena nel maggio del 1806; nel mese di luglio dello stesso anno lo si trova già a Jena, ma vi si trasferisce definitivamente nei mesi di settembre/ottobre dello stesso anno. Fra i suoi lavori svolti come professore a Jena a noi interessa soprattutto la traduzione in tedesco delle «Ultime Lettere di Jacopo Ortis» del 1806 ed i «Kleine Aufsàtze meist historischen Inhalts» del 1807-1808 che includono appunto il confronto fra il Werther e l'Ortis. Seguirono tante altre opere di carattere storico e di ispirazione decisamente romantico-nazionale e nel 1847, il 23 maggio, il professor Luden si spenses3.

A noi Heinrich Luden interessa per i «Kleine Aufsàtze», sembra infatti che sia la prima volta che viene fatto un confronto fra il Werther e l'Ortis, confronto che è stato ripetuto tante volte dopo di allora e che è pure il punto di partenza del presente articolo. Bisogna anche aggiungere che troviamo gli «Aufsàtze» di Heinrich Luden estremamente interessanti, perché pensiamo che il professor Luden abbia ragione per quanto riguarda la maggiorparte di ciò che scrive. È stato molto difficile trovare una edizione dei «Kleine Aufsàtze», ma ci siamo riusciti al British Muséum di Londra.

Passeremo ora alla citazione di alcuni brani degli «Aufsàtze» che ci sembrano importanti, perché esprimono molto chiaramente alcune idee fondamentali che noi per di più siamo inclini a condividere. Nel secondo capitolo dell'«Aufsatz» p. 91-130, intitolato, Werther und Ortis, Luden arriva, nelle prime pagine, alla formulazione di una delle sue tesi fondamentali:Unaqualche relazione fra il Werther e l'Ortis c'è: «Der Verfasser des Ortis gedenkt Werther's nicht, und durfte es nicht. Dennoch darf man wol



52: Ed. Naz. voi. IV. Lettera a J. S. Bartholdy p. 548-549: «tanto più che io vedo questo argomento agitato dal Prof. Luden nelle dissertazioni aggiunte alla sua versione tedesca delle Ultime Lettere. Chi lesse per me que' due volumetti mi fece fede dell'esattezza della traduzione, e della dottrina ed equità del giudizio tra il Werther e l'Ortis. Se mai incontraste in Germania quell'Uomo dotto, vi piaccia di ringraziarlo in mio nome, e di lasciargli copia di questa lettera - ed io gli avrei già scritto, - ecc. »

53: Per la vita del professor Luden cfr. Allgemeine deutsche Biographie Bd. 19, 1884 pp. 370-375.

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dreist behaupten, dass der Ortis ein Schôssling der reichen Wertherschen Wurzel sey; wenigstens scheint der Verfasser durch den Werther auf die Idee des Ortis gelangt zu seyn. Auf jeden Fall aber ist es wohl unleugbar, dass Ortis unter dem vielen Gestrüpp, welches die Werthersche Wurzel getriebenhat,dasthet als ein herrlicher Baum, ... »54. V Ortis allora è una diramazione del Werther, ma non sarebbe giusto parlare di imitazione, perlomenononnel senso negativo di questa parola: «was vom Werther gilt, gilt vom Ortis; es ist dieselbe Idee in diesem, wie in jenem, dargestellt. Manscher aber würde den Ortis vielleicht eine Nachahmung des Werthers nennen ; und bei vielen, die keinen Zusammenhang unter den Menschen ahnen,diealies einzeln und getrennt erblicken, und nicht begreifen, dass es eine und dieselbe Kraft ist, die sich in ... »55 ; sarebbe anzi il caso di parlare di idee o temi letterari che ali' epoca di Goethe e del Foseólo erano nelF atmosfera,sembrasostenere il professor Luden, e prosegue : « Der Verfasser des Ortis ist kein Nachahmer des Werther, in sofera Nachahmung ein Schimpf seyn soli ; denn, wenn er auch durch die Betrachtung des Werther auf die Idee des Ortis gebracht wâre, und manches aus dem Werther auf seine Weise benutzt hatte, so hat er dadurch eben so wenig aufgehòrt, Er selbst zu seyn, als der Verfasser des Werther aufgehòrt hat, ein genialer Dichter zu seyn ... Ware es aber mòglich, dass der Werther dem Verfasser des Ortis gar nicht bekannt geworden wàre, (Welches freilich wol nicht mòglich ist), so würde die wunderbare Aehnlichkeit so mancher Ziige in den beiden Gestalten nur um so auffallender seyn, und würde vielleicht einen tiefern Blick in die Zeit thun lassen»s6. Il brano appena citato ci sembra includere la seconda tesi fondamentale del professor Luden cioè quella secondo la quale il Foseólo avrebbe preso molto da Goethe, probabilmente il nucleo tematico fondamentale e la stessa idea di scrivere un romanzo epistolare di contenuto sentimentale, ma avrebbe svolto il materiale prestatogli da Goethe in maniera del tutto personale; rimanendo perciò fedele alla propria personalità artistica. Avremmo quindi secondo il professorLudendue opere d'arte indipendenti, l'una, si, ispirata all'altra, ma ciononostante nuova e originale opera d'arte con caratteristiche sia tematiche che stilistiche del tutto specifiche. Dobbiamo riconoscere che condividiamo



54: H. Luden, Kleine Aufsâtze, meist historischen Inhalts, Band 1-2. Gottingen 1807-1808, 93.

55: 11. Luden, Kleine Aufsâtze, meist historischen Inhalts, Band 1-2 Gottingen 1807-1808, p. 118-119.

56: H. Luden, Kleine Aufsâtze, meist historischen Inhalts, Band 1.-2. Gottingen 1807-1808, p. 125.

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senza riserve le due tesi di Heinrich Luden appena prese in esame. Anche il
Foseólo sembra abbia approvato le affermazioni espresse nei saggi del
professor Ludens7.

Disapprovò invece ciò che dissero altri critici intorno alle relazioni intercorse tra il Werther e l'OrtissB ed a causa del suo orgoglio di poeta senti il bisogno di difendersi dalle accuse di plagio che gli erano state mosse, cosa che fece appunto, prima nella lettera a Bartholdy poi, alcuni anni dopo, nella cosiddetta Notizia Bibliografica intorno alle Ultime Lettere di Jacopo Ortis. Discuteremo prima piuttosto ampiamente la lettera a Bartholdy poi brevemente la Notizia Bibliografica che per molti aspetti ripete soltanto quello che era già stato detto nella lettera a Bartholdy.

La lettera a Bartholdy risale al 1808, precisamente al 29 settembre del 1808. Pretesto della composizione di questa lettera è, secondo quanto ci racconta il Foseólo, l'intenzione che un certo professor Kaulfus aveva d'intrapprenderelatraduzionein tedesco delle Ultime Lettere di Jacopo Ortis: Egli per questo motivo avrebbe infatti chiesto al Foseólo notizie intorno al suo libro. In realtà la lettera risulta una vera e propria difesa dell'originalità del romanzo.Ilpoetacomincia la lettera con una descrizione delle vere premesse del romanzo o in altre parole dell'ispirazione primitiva dell'opera: il che vuoi dire le sue meditazioni giovanili intorno al suicidio ed una eventuale giustificazione del suicidio. Mentre il poeta che in quel periodo si trovava a Padova era occupato nelle sue meditazioni intorno al suicidio, seppe del suicidio dello studente Gerolamo Ortis e pensò di utilizzare questo fatto di cronaca per nascondere le proprie riflessioni sull'argomento, cosa che fece fingendo di pubblicare le lettere di Jacopo Ortis contenenti la sua infelice storia. Il Foseólo passa cosi per essere soltanto l'editore delle lettere di Jacopo Ortis. Il poeta si servi di questo sistema per sottrarsi alla censura allora vigenteemoltosevera. Dunque il Foseólo riconosce, come sarà apparso da quello che abbiamo detto sopra, che le Ultime Lettere di Jacopo Ortis sono una sua opera e che è ricorso alla finzione di cui sopra per evitare il veto della censura. La seconda spinta alla creazione del suo romanzo il poeta riconosce di averla ricevuta dal suo amore per la fiorentina Isabella Roncioni che però non nomina direttamente e passa quindi a descrivere la prima stesura e la prima edizione (parziale) stampata del romanzo. Si vede già da ciò che abbiamoriferitoorache il poeta mente, perché sappiamo che l'amore del



57: Ed. Naz. voi. IV. Lettera a J. S. Bartholdy, pp. 548-549.

58: Ed. Naz. vol. IV. Lettera a J. S. Bartholdy, pp. 546-547: «Divulgato appena il libro, i giornalisti ne fecero merito al Werther, senza considéra re che ...»

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Foseólo per la Rondoni risale al 1800, mentre la prima edizione, bolognese, dell'Ortis è del 1798. Segue un resoconto della edizione falsificata del 1799, «la Vera Storia di Due Amanti Infelici » ed il poeta dichiara che per smentire la paternità di questa falsificazione decise di stendere una nuova edizione del suo libro. Citeremo ora un brano della lettera a Bartholdy che descrive ciò che allora il Foseólo fece in proposito: «E per rappresentare fedelmente e con religiosa sincerità la natura, penetrai nel santuario del mio cuore, interrogai tutte le mie passioni, rilessi tutte le malinconiche pagine che io aveva tentato di scrivere quando nell'esiguo, nelle sciagure domestiche, nelle pubbliche calamità e nella disperazione dell'amor mio vedeva unico rifugio la tomba - piansi, ricordandomi le lagrime che io aveva versate; cercai di obliare ciò che aveva letto e imparato sui libri onde esprimere più originalmente le verità, le opinioni, e gli errori nati in me spontaneamente dall'indole del mio ingegno e dalle circostanze de' miei tempi, e scrissi non mostrando l'autore ma l'uomo »59. Sarebbero queste allora le premesse del lavoro svolto dal Foseólo nel 1801-1802 durante la stesura dell' edizione milanese dell' Ortis. Ed il poeta sarebbe arrivato alla fine di questo lavoro, quando gli capitò tra le mani il Werther. «Io dava già l'ultima occhiata al mio manoscritto, quando mi capitò il Werther tra le mani. Meravigliandomi della virtù di quel libro e della conformità del mio carattere e dello scopo, riconobbi dalle lagrime che io versava leggendolo che non avrei più trovate vergini le anime dei lettori - conobbi il pericolo del confronto, il sospetto del plagio »*>°. Pensiamo di aver già dimostrato abbastanza estesamente che questa dichiarazione del Foseólo non è conforme alla verità, perché già nel 1796 (basti pensare al Piano Di Studi) il poeta si era proposto di studiare il Goethe. Il Foseólo riconosce però di aver approfittato della superiorità strutturale del Werther, che dava una maggiore unità all'opera goethiana, per migliorare la struttura della propria opera imitando quella di Goethe. L'idea di un solo protagonistachesiconfessa attraverso le sue lettere, tutte dirette ad un solo amico confidente il Foseólo l'avrebbe perciò presa da Goethe, lo riconosce egli stesso nella lettera che stiamo esaminando; ma respinge l'accusa di plagio mossagli da «i giornalisti» e prosegue: «L'Arte non consiste nel rappresentarecosenuove,bensì nel rappresentare con novità»6l. La lettera finisce poi con l'accenno al professor Luden e la gratitudine che il poeta gli esprime riguardo ai suoi lavori intorno ali'Ortis, cose cui abbiamo già accennato.



59: Ed. Naz. voi. IV. Lettera a J. S. Bartholdy, p. 545.

60: Ed. Naz. voi. IV. Lettera a J. S. Bartholdy, p. 546.

61: bd. Naz. voi. IV. Lettera a J. S. Bartholdy, p. 547.

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Dalla lettera a Bartholdy appare con chiarezza che il Foseólo fu seriamente scosso nel suo orgoglio di poeta dall'accusa di plagio che «i giornalisti» gli avevano lanciato. È questo il tema dominante della lettera a Bartholdy; si potrebbe dire perfino l'unico motivo serio che abbia spinto il Foseólo a scrivere la lettera. Ma l'argomentazione messa in campo dal Foseólo non resiste ad un attento esame, perché come abbiamo dimostrato dianzi, il Foseólo altera i fatti a suo piacere quando si tratta di difendere l'originalità del suo romanzo. Se ne sarà accorto egli stesso ed avrà continuato a sentire un forte bisogno di difendere il libro che gli stava tanto a cuore, perché quando nel 1816 a Zurigo il Foseólo stava preparando una nuova edizione dell' Ortis vi aggiunse una Notizia Bibliografica, (il tutto pubblicato con una falsificazione sia della data sia del luogo di pubblicazione cosi che la nuova edizione appaia pubblicata a Londra nel 1814), che riprende e stende molto più diffusamente l'argomentazione già ventilata nella Lettera a Bartholdy. Siccome per molti aspetti si tratta di una ripetizione, noi tratteremo solo brevemente la Notizia Bibliografica. La Notizia Bibliografica è divisa in sette parti: I. Prima Edizione. IL Edizioni successive. 111. Traduzioni, una parte nella quale il Foseólo parla della traduzione dell' Ortis in tedesco pubblicataaJenadal professor Luden. IV. Verità storica delle Ultime Lettere. V. Pareri de' letterati su le Ultime Lettere, e la parte che a noi interessa di più: VI. Werther e Ortis, nella quale il Foseólo, come d'altronde aveva già fatto nella lettera a Bartholdy, difende l'originalità del suo libro. VII. Effetti morali del libro, ed infine un'appendice. La «Notizia» ci da in pratica, in maniera più estesa, quelle informazioni che già ci erano state comunicate dalla lettera a Bartholdy e che riguardano la storia della creazione dell'Ortis e la sua dipendenza o meno dal Werther. Perciò non sarà necessario entrare in un esame dettagliato della «Notizia», anche perché nella «Notizia» come nella lettera a Bartholdy bisogna ricordare che le informazioni, trasmesseci dal Foseólo, sono da prendersi con tutte le riserve, dato che il poeta è parte interessatissima nella questione. Gli altri letterati che dopo il Foseólo stesso si sono occupati dei due romanzi epistolari sono : Heinrich Luden, Francesco de Sanctis, in un notevole saggio critico 62, F. Zschech, cui abbiamo accennatodiversevolte,K. Pieper, in un articolo intitolato: Werther und Jacopo Ortis63, ed in Italia Carlo Dapelo64 per menzionare solo alcuni autori di cui



62: Apparso nella «Nuova Antologia», giugno 1871.

63: Archiv Für Das Studium Der Neueren Sprachen Und Literaturen 80. Jahrgang, 148. Band, Der Neuen Serie 48. Band, Erstes Und Zweites Heft, Braunschweig Und Berlin 1925, pp. 207-220.

64: C. Dapelo, II Werther e l'Ortis, in «Lettere italiane», 1953.

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abbiamo potuto studiare con cura le opere; degli altri, e sono tanti, abbiamo
solo avuto tempo di consultare le opere alla sfuggita.

Con quanto detto finora abbiamo cercato di tracciare ciò che in tedesco si definisce una «Wirkungsgeschichte» del Werther in Italia, soprattutto l'influenza del »Werther« sul Foseólo, naturalmente. Abbiamo visto che questa «Wirkung» si effettuò sul Foseólo che scrisse il suo Ortis sotto l'impressione del Werther. Cercheremo ora di formulare una conclusione, premettendo che per molti aspetti crediamo di poter dare piena ragione a Heinrich Luden che per primo si occupò di questo problema nei «Kleine Aufsàtze» scritti nel 1807-1808.

Per ricapitolare allora si può senza esagerare sostenere che una relazione tra il Werther e V Ortis c'è e che si tratta di un' influenza del Werther sull' Ortis.Manon si può accusare il Foseólo di plagio, ciò sarebbe molto ingiusto. Egli vive la sua giovinezza in un clima letterario preromantico, quello che si è soliti definire con la parola tedesca «Empfindsamkeit». Prima del suo romanzo epistolare erano stati scritti altri romanzi in quel genere come ad esempio «Pamela», «Clarissa» e «Grandison» di Samuel Richardson e «La Nouvelle Héloïse» di Rousseau; il terreno era quindi già preparato per un romanzo come l'Ortis. Questo romanzo non era una novità assoluta per quanto riguarda il genere e l'idea portatrice, la novità era il modo e lo stile con cui il Foseólo realizzò la sua idea. Quando nel 1796 cominciò, nel Piano Di Studi e nelle sue lettere, a parlare di questo suo romanzo sotto il titolo di «Laura. - Lettere» forse ne aveva l'idea in mente già da molto, e noi crediamo anche che conoscesse già il Werther. Come abbiamo detto sopra il Werther era stato tradotto in italiano già nel 1782, ed il Foseólo che allora leggeva moltissimo per prepararsi alla sua carriera poetica non si sarà lasciato sfuggire l'occasione per conoscere un romanzo rinomato come lo era il Werther. Dopo la traduzione del Werther venne la commedia «Verter» di Antonio Simon Sografi che nel 1794 fu rappresentata a Venezia e che il Foseólo probabilmente vide. Il poeta può quindi essere stato influenzato dal Werther, in un primo tempo tematicamente, ed anche - magari in un secondo tempo - strutturalmente; perché sappiamo che nel periodo che va dall'abbozzointitolato«Laura. - Lettere» alla prima edizione, risalente al 1798, dell'Ortis il libro fu sottoposto ad un cambiamento di struttura, cosi che nell'edizione del 1798 ci troviamo di fronte ad un solo protagonista che si confessa ad un solo amico, Lorenzo, creato sul modello di Wilhelm, e questo cambiamento è quasi sicuramente il risultato del fatto che il Foseólo nel periodo intercorso tra il 1794/96 ed il 1798 era venuto a piena conoscenza del Werther. Infatti l'edizione del 1798 è fra tutte le edizioni pubblicate

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dell'Ortis quella che assomiglia di più al Werther. È evidente la somiglianzà dell'atmosfera dell'Ortis del 1798 e di quella del Werther, tipicamente sentimentali - e pervase entrambe di preromanticismo. Come dimostreremo nelle ultime righe di questo articolo, il Foseólo nelle edizioni posteriori all'edizionedel1798 si distacca sempre più consciamente dal modello tedesco ed acquista maggiore indipendenza e più valore artistico e personale. Dietro l'edizione del 1798 troviamo dunque come sfondo letterario il clima artistico dell'epoca, una prima conoscenza superficiale del Werther, una lettura in traduzione italiana del Werther e - non dimentichiamolo - la mente créatrice del Foseólo. Prima della seconda edizione del 1802 ha luogo il processo seguente nella mente del poeta: II Foseólo partecipa attivamente agli avvenimentipolitici,s'innamora profondamente di Isabella Roncioni e poi di Antonietta Fagnani-Arese e pare che i due amori e le due donne amate abbianoinfluenzatola creazione della protagonista femminile del suo romanzo nel senso che dalla vedova matura con una figliuolina che e' era nella edizione primitiva, essa diventa nell' edizione del 1802 ein quelle seguenti una fanciulla vergine. (Come la Lotte del Werther, si direbbe, eppure ci sono molte differenzetraTeresa e Lotte, per esempio questa molto importante, che mentre Teresa ama Jacopo Ortis quanto egli l'ama - sia nell'edizione del 1802 che in quelle posteriori - Lotte non ricambia i sentimenti di Werther). Pare che questo cambiamento della protagonista sia avvenuto sotto l'influenza dell'amoredelFoseólo per Isabella Roncioni. Altri tratti del romanzo sono poi dovuti all'amore del poeta per la contessa Fagnani-Aresc ad esempio, come già dimostrato, molte delle lettere d'amore che costituiscono una parte essenzialedelromanzo sono lettere già destinate alla Fagnani-Arese, scritte e realmente spedite. Possiamo cosi constatare che dall'edizione del 1798 all'edizionedel1802 e quelle posteriori, rna è importante soprallutto l'edizione del 1802, ha luogo un distacco voluto dell'opera foscoliana dal modello tedesco a causa, pensiamo di averlo dimostrato ormai, delle esperienze sentimentalidelpoeta. Le sue esperienze personali prendono il sopravvento sull'ereditàletteraria.La tendenza è già chiara nell'edizione del 1802, e si mantiene viva, dimodoché nelle edizioni di Zurigo (1816) e di Londra (1817) la liberazione da ogni modello appare portata a termine ed il Foseólo si presenta come un poeta maturo in pieno possesso dei suoi mezzi d'espressione.Nonsarebbe ormai più rilevante parlare di plagio. Nelle edizioni matureiltema politico è anche pienamente sviluppato e si ricordi che questo tema aveva un'importanza insignificante nella prima edizione del romanzo. Basti a questo proposito accennare alla famosa lettera del 17 marzo che apparesolonelle edizioni dell'Ortis stampate dopo l'esilio del Foseólo, quelle

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cioè del 1816 e del 1817. Questa lettera significa che ormai il tema politico ha assunto un'importanza pari a quella occupata dal tema erotico. La parità fra il tema erotico e quello politico nell'Ortis costituisce una delle differenze più importanti fra l'Ortis ed il Werther, che non include un tema specificamentepolitico.Anche differenze di carattere stilistico separano i due romanzi, pensiamo cosi che il Werther rimanga sempre nell' ambito della corrente letterariachesi è soliti definire il preromanticismo, mentre l'Ortis forse già dimostra elementi stilistici neoclassici. Abbiamo l'intenzione di tornare su questa problematica, che ci sembra molto interessante, in un prossimo articolo.

Pensiamo con ciò che abbiamo ormai detto, forse persino troppo diffusamente, che T Ortis deve senz' altro la sua esistenza al Werther per quanto concerne il nucleo tematico centrale e per la struttura formale dell' opera. Con il tempo però diventa un'opera d'arte sempre più personale ed originale, prettamente foscoliana - con solo una fonte letteraria prestatagli da Goethe.

Kir sten Grubb Jensen

Copenaghen