Revue Romane, Bind 9 (1974) 2Un uomo da darsi per vinto: costrutto relativo o costrutto consecutivo?Gunver Skytte In un fascicolo precedente di Revue Romane (Vili, 1973), Jorgen Schmitt Jensen ha pubblicato un articolo intitolato L'infinitif et la construction relative en français et en italien contemporains (pp. 122-32). Questo articolo mi ha fornito l'occasione della discussione seguente. Per quanto riguarda la tesi principale dell'articolo di Schmitt Jensen: l'interpretazione di dafa + infinito come una costruzione relativa a «membro comune» (in danese: fcellesled), sono d'accordo. Il modo di analizzare proposto da Schmitt Jensen permette di risolvere molti problemi sintattici di carattere generale e nello stesso tempo ci offre la possibilità di rivalutare la sintassi dell'infinito. Invece, negli esempi citati dall'italiano (op.cit., p. 129), ho trovato alcuni casi dubbi
''non era uomo da darsi per vinto' (secondo Sctimitt jensen; eosLuziouC rclativa *'bambini da nascere' (costrutto segnato da Schmitt Jensen come non-grammaticale) 'un sole da cuocere le uova' (Schmitt Jensen si esprime con riserva, ma cerca d'interpretare il costrutto come un costrutto relativo (aggettivale), osservando però la difficoltà a determinare il soggetto dell'infinito: «sujet indéterminé? sujet = sole ? ») : costruzione relativa ? Tornerò, in seguito, ad esaminare più dettagliatamente gli esempi citati. La discussione seguente, in cui cerco di rispondere alle domande sopra formulate, 1) La distribuzione di da/a + infinito in costrutti relativi. È possibile stabilire dei 2) Come distinguere da + infinito = costrutto relativo aggettivale da da + infinito Debbo precisare che non intendo dare una descrizione esauriente degli argomenti indicati. Mi limiterò a chiarire le tendenze più generali ammettendo che restano ancora da risolvere molti problemi di carattere più specifico. Per il procedimento analitico di cui mi servirò, rimando a quello di Schmitt Jensen fefr. l'articolo sopracitato e
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Subjonctif et Hypotaxe en italien, Odense 1970, pp. 615-21 : Propositions consécutives). In generale, non aggiungo niente alla teoria o al metodo adoperato da Schmitt Jensen, ma cerco di dimostrare che è possibile trame ancora alcune conseguenze alle quali Schmitt Jensen evidentemente non ha prestato attenzione. 1) Riassumo i punti della descrizione di Schmitt Jensen che interessano il nostro
Sostantivo + da + infinito = costruzione relativa aggettivale. Il sostantivo costituisce a) oggetto diretto dell'infinito: 'Domani porto qualcosa da bere b) soggetto dell'infinito: 'non era uomo da darsi per vinto' e) membro avverbiale rispetto all'infinito: 'non era un ora da svegliare la gente''
da + infinito = costruzione relativa sostantivata: 'ci diede da bere'
da + infinito = costruzione relativa in funzione predicativa: 'sento che sono da a + infinito = costruzione relativa in funzione predicativa (predicato libero): 'sta alla finestra a guardare la campagna' (il soggetto non espresso di sta costituisce il membro comune e funge da soggetto dell'infinito), cfr. Schmitt Jensen: «c'est ici que nous trouvons surtout le membre commun en fonction de sujet». Non risulta con chiarezza dalla descrizione di Schmitt Jensen se secondo lui la distribuzione da/a + infinito corrisponda p. es. alla funzione dell'infinito di predicato/ predicato libero o se, in genere, sia possibile stabilire delle regole di una tale distribuzione 1. Un esame più approfondito di un numero assai notevole di esempi sembra però dimostrare uno schema regolare della distribuzione di da/a + infinito in funzione predicativa: a + infinito si adopera nei casi in cui il membro comune funge da soggetto dell'infinito; da + infinito in tutti gli altri casi (cioè: membro comune = oggetto diretto o indiretto; membro comune = complemento avverbiale rispetto all'infinito; oppure in costrutti in cui da + infinito corrisponde al costrutto relativo sostantivato : il membro comune, non espresso, corrisponde p. es. all'oggetto diretto o indiretto dell'infinito). Adduco alcuni esempi:
'Marco è a dormire con Jole in un altro posto' (Fenoglio: / ventitré giorni della
'penserò che sono stato io a renderti così brutta' (Morante: Menzogna e sortilegio,
'Gli altri sono già in un prato a fare i tiri' (Fenoglio, op. cit., p. 43)
'Qualsiasi altra condizione era da augurarsi. . .' (Morante, op. cit., p. 552) '£>a un tavolo Tancredi lo vide, batte la mano su una sedia per mostrargli che vi 1: Bisogna precisare che Schmitt Jensen nella sua descrizione non si propone di descrivere la distribuzione di da/a. Come già detto, l'argomento principale del suo articolo è un esame su un livello generale del «meccanismo relativo» del verbo infinito, meccanismo che in italiano si manifesta nel costrutto di da/a + infinito.
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'Si guardò allo specchio: non c'era da dire: era ancora un bell'uomo.' (Lampedusa, Forse col verbo rimanere la differenza fra i due costrutti risulta particolarmente
'Rimane a bere (il vino)': membro comune = soggetto dell'infinito (animato) =
'Rimane da bere (il vino)': membro comune = oggetto dell'infinito (non-ani
'Rimane a dormire': membro comune = soggetto dell'infinito = soggetto di *'Rimane da dormire': da + infinito richiede un membro comune che sia oggetto (NB: Esiste, però, sempre la possibilità di un membro comune in funzione avverbiale Nel caso di da + infinito di verbo transitivo il posto dell'oggetto rimane bloccato : Torniamo ora sul costrutto di sostantivo + da + infinito (= costrutto relativo aggettivale). In questo caso sono valide altre regole - come p. es. sembra essere il caso di 'non era uomo da darsi per vinto', se accettiamo la spiegazione di Schmitt Jensen {uomo = membro comune = soggetto dell'infinito) - oppure si tratta di una costruzione non-relativa ? Schmitt Jensen riporta come non-grammaticale l'esempio seguente: *'bambini da nascere'. Confrontando questo esempio con le osservazioni già fatte sulla distribuzione di daja i~ infinito iu funziunc predicativa, propongo di darne la seguente spiegazione (supposto che sia sempre valida la stessa regola di distribuzione in questo caso) : nascere è verbo intransitivo. Tutti gli altri esempi da me esaminati sembrano confermare questa tesi sulla distribuzione
A + infinito (di verbo intransitivo) :
'Sono meno numerose invece le indicazioni che si danno sulle azioni riformatrici
'La storia a non più finire che avrebbe fatto per i miei quattro graffi. . . ' (Vittorini:
'E aggiunse fronde di lauro a crepitare nel fuoco. . .' (Vittorini, op. cit., p. 169)
'Non una foglia, il segreto d'una foglia. Una foglia a venire, o una foglia consunta:
'L'Ogliastra era una terra benedetta dove, d'erba medica, si face van tagli a non
A + infinito (di verbo transitivo) + oggetto (diverso dal membro comune) : ' Una figura apparve e passò, senz'ultra suono ad accompagnarla, che un lieve
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Da — infinito (di verbo transitivo) (oggetto = membro comune: il posto dell'oggetto 'ricordi da riordinare', ma *'ricordi da riordinare -j- ugg.\ "medicine da preti 2) Come interpretare allora 'non era uomo da darsi (ogg.) per vinto' e 'un sole da cuocere le nova (ogg.)' (cfr. 'senz'altro suono ad (*da) accompagnarla (ogg.)'? — Se fossero costrutti relativi con membro comune = soggetto dell'infinito, dovremmo aspettare a + infinito come nei casi già esaminati. D'altra parte, non si tratta di costrutti non-grammaticali, e probabilmente vanno interpretati in un modo diverso. Un tratto in comune ai due esempi citati è che i sostantivi uomo e sole sono indeterminati: 1) uomo -f- articolo, 2) un sole + articolo indeterminativo. Se al posto del membro determinante introduco, invece, l'articolo determinativo, le due espressioni diventano nongrammaticali, cfr. *'non era l'uomo da darsi per vinto', *'il sole da cuocere le uova' (nei costrutti relativi aggettivali già esaminati il sostantivo al quale è subordinato l'infinito, può combinarsi sia con l'articolo determinativo che con l'articolo indeterminativo: 'la storia a non più finire', 'una storia a non più finire', 'il terreno da vendere', 'un terreno da vendere'). Una situazione analoga rappresentano le costruzioni consecutive avverbiali a verbo finito, introdotte da che, cfr. Schmitt Jensen (Subj. et Hyp., p. 616): '(è) una tale casa che tutti la vogliono comperare'l - *'la tale casa che tutti la vogliono comperare'. - L'elemento dimostrativo di tale esclude l'articolo determinativo, cfr. Schmitt Jensen (ibid.): «c'est la qui établit «provisoirement» une éventuelle place subordonnée, elle est donc adjective; la proposition suivante est relative, elle doit «s'accorder» (avoir une construction à membre commun): 'la tale casa che tutti vogliono comperare'.» - *'la tale casa che tutti la vogliono comperare' è non-grammaticale perché: l'articolo determinativo ammette una costruzione relativa/esclude una costruzione consecutiva; comperare è verbo transitivo: il posto dell'oggetto rimane bloccato dal membro comune, cioè, è l'inserimento del pronome la a rendere non-grammaticale la costruzione. Sempre la stessa situazione si ripete se consideriamo i costrutti di da + infinito
'(era) una casa (taie) da venderla (subito)'': verbo transitivo + oggetto: costruzione *7fl casa da venderla (subito)': il posto dell'oggetto è bloccato; cfr. *'ricordi da
'una/la casa da vendere': costruzione relativa Nella maggioranza dei casi l'elemento dimostrativo {tale o sim.) è físicamente presente, 'ma quelle ragioni . . . non erano tali da persuaderla' (Morante, op. cit., p. 259) 'Guardati, guardati, - soggiunse con una voce tutta diversa, tale da farla arrossire. . .' (Morante, op. cit., p. 194) 'era una notizia tale da potere, forse, suonare sgradita agli orecchi dell'altro' (Morante, op. cit., p. 221) In altri casi la funzione avverbiale della costruzione da -f- infinito non risulta direttamente - è solo «la combinabilité des racines et les fonctions disponibles» (come si esprime Schmitt Jensen in altri contesti, p. es. quando parla delia distinzione tra la proposizione relativa e la proposizione consecutiva) che ci dimostra che si tratta di una
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costruzione consecutiva. E ancora una volta possiamo fare il confronto con il costrutto a verbo finito: come distinguere che introduttore di proposizione relativa da che introduttore di proposizione consecutiva? Cfr. Schmitt Jensen (Subj. et Hyp., p. 86): «La subordonnée introduite par che dans:. . . 'pure hanno anch'essi i loro giochi, sempre più seri, un gioco dentro F altro che non si riesce mai a capire qual è il gioco vero' (Cai. sent. 33) est également adverbiale («consécutive»), car elle n'a pas de place disponible pour 'un gioco dentro Valtro', il n'y a pas de possibilité de membre commun: la place objet de capire est remplie par l'interrogative indirecte. - Si nous établissons la possibilité de membre commun en enlevant celle-ci, notre proposition tombe tout de suite dans la place adjective émise par 'un gioco dentro l'altro'.» Cfr. gli esempi seguenti :
'ho una fame da morire': 1) morire: verbo intransitivo - costrutto non-relativo
2) *'la fame da morire' 3) 'una tale fame da morire': -f inserimento di tale
'Punieleonc non era tipo da perdere il sua tempo II dentro'' (Lampcdusa, op. cit., I) infinito, verbo transitivo + ogg. (diverso da tipd) - 2) *'/7 tipo da perdere il suo tempo ' 3) 'tipo taie da perdere. . .': + inserimento di taie (NB: si confronti l'esempio riportato da Schmitt Jensen: 'non era uomo da darsi
'e tutti di una qualità da far invidia a un maltese' (Vittorini, op. cit., p. 88) In un solo caso abbiamo trovato un costrutto che ha un significato consecutivo, ma che sintatticamente va interpretato come un costrutto relativo. Si tratta di al punto da + infinito: 'e in qualche modo gliel'avrebbe fatto capire, se non gli fosse piaciuta al punto da metterlo m AuggcZionc' (Manziiii, op. cit ,p 3V> f\TB: articolo determinativo!). In questo caso propongo di analizzare da -f- infinito come costrutto relativo: al punto, membro comune, funge da complemento avverbiale rispetto all'infinito. Cfr. l'analisi proposta da Schmitt Jensen di al punto che + verbo finito (Subj. et Hyp., p. 619, nota 7): «Le type suivant (alpunto che. . .) comporte probablement une relative, ce qui semble ressortir de l'épreuve de blocage (cf. aussi al punto in cui. . .): 'Signore, ero arrivato al punto che non potevo dire una parola all'uno o all'altro che. . .' (Pir. Sei. 40). » Come già accennato, non ho inteso dare una descrizione esauriente degli argomenti in esame. Restano ancora molti dettagli da discutere, molti casi difficili da interpretare. Mi sono proposta, come scopo principale, di stabilire alcune tendenze generali, cosa che mi ha permesso di dare una nuova interpretazione degli esempi citati dall'articolo di Schmitt Jensen. Desidero precisare che mi è stato possibile solo perché ho potuto valermi del procedimento analitico elaborato da Schmitt Jensen.
Gunver Skytte Copenaghen |