Revue Romane, Bind 8 (1973) 1-2

Considerazioni sui costrutti del tipo stare cantando, andare cantando, venire cantando

DI

KOLBÖRN BLÜCHER

In studi recentil abbiamo trattato le combinazioni risultanti dagli elementi sto, stavo, starò ecc. -f- cantando come vere e proprie forme verbali, di carattere composto precisamente come ho cantato e forme di struttura analoga. Tale modo di vedere si era imposto quale quello più naturale, tenuto conto di tutti i fattori pertinenti di ciò che globalmente si può chiamare la «realtà linguistica». Questa classificazione dei costrutti in questione - a nostra sorpresa, bisogna ammetterlo - è stata ripresa come arbitraria e ingiustificata da alcuni nostri ottimi colleghi professanti un'ortodossia strutturalista formalista. Giudichiamo perciò opportuno e utile esaminare e discutere più particolareggiatamente i fatti che hanno determinato la suddetta tassonomia.

I fattori che devono essere presi in considerazione si dividono, a nostro
parere, in tre gruppi principali :

1) II lato morfologico-formale dell'espressione.
2) II lato strutturale-funzionale.
3) II lato semantico-contenutivo.

1) Nella nostra già citata comunicazione sulla gerarchia delle forme verbali italiane abbiamo discusso perché le forme chiamate «composte» e in particolare quelle del tipo ho cantato si devono classificare come forme verbali vere e proprie, cioè sullo stesso livello classificatorio e funzionale di forme quali canto, cantavo ecc. I due elementi combinati ho -ato costituiscono nella lingua odierna un'unità morfemica che funzionacome grammema sullo stesso piano di p.e. -avo in cantavo. Tale



1: K. Bliicher, Studio sulle forme ho cantato, cantai, cantavo, stavo cantando. Struttura, funzione e uso nel sistema verbale dell' italiano moderno, Bergen 1970, edizione ciclostilata (edizione commerciale in via di pubblicazione) ; La gerarchia delle forme verbali nelf italiuiw moderno, comunicazione al V Congresso dei Romanisti Scandinavi, Turlcu 1972 (gli atti non ancora usciti).

Side 14

modo di vedere è in fin dei conti conforme alla concezione della tradizione,la quale parla della totale grammaticalizzazione del «verbo ausiliare».Poniamo dunque al lato del grammema unitario del tipo -avo il grammema non unitario del tipo ho -ato. Questi così sono formalmente, vale a dire per quanto concerne il piano dell'espressione, diversi e funzionalmenteequivalenti. È questa una manifestazione della proprietà della lingua di creare entità morfemiche nuove, utilizzando, unendole, entità già esistenti separatamente con caratteristiche proprie, cosa che, vista diversamente, è da considerarsi un aspetto del principo d'economia nella lingua. È su tale base morfologica, oltre che per i fattori di totale comportamentofunzionale e semantici-contenutivi, che ho cantato e le forme di simile struttura appaiono forme verbali senza riserve. Se si accetta di classificare le forme del tipo ho cantato come sopra precisato, ciò che è il parere della maggior parte dei linguisti anche dei nostri tempi, si devono necessariamente, dal punto di vista morfologico-formale, in linea di principio accettare ugualmente i costrutti quali sto cantando (ed eventualmentevado cantando e vengo cantando) come parte integrante del sistema verbale, essendo tale caso perfettamente parallelo. Se gli elementi ho e -ato possono formare un'unità morfemica, la stessa possibilità è morfologicamente aperta a sto + -ando ecc, visto che tutti e due i costruttipresentano la medesima struttura generale : una forma di un verbo esistente anche indipendentemente + un elemento che s'aggiunge al lessema come suffisso (il quale suffiso + il lessema costituiscono anche di per sé una forma verbale).

2) II grado di coesione strutturale-sintattica delle forme come sto
cantando le distingue nettamente da sequenze in cui sto (ecc.) e cantando
appaiono forme verbali indipendenti, vale a dire in cui non costituiscono
un'unità. Le caratteristiche di sto e cantando in una frase come La sua
nuova segretaria sta lavorando molto bene in questi giorni2 sono diverse
da quelle che gli stessi elementi mostrano in una sequenza quale Sta
molto bene in quella ditta, lavorando così indipendentemente. Nel primo
caso solo certi avverbi ed espressioni avverbiali possono inserirsi fra i due
elementi, come p.e. in La sua nuova segretaria sta già lavorando;
don Camillo stava ora tingendo con un po' di vernice il gesso bianco
della stuccatura (Guareschi, Mondo piccolo, p. 312) ;3 Marco stava ancora



2: Gli esempi senza rinvio sono costruiti, ma frasi correnti e di comune accettazione. Gli esempi con rinvio sono tratti da libri.

3: Rizzoli, Milano, 1951 (XIII éd.).

Side 15

parlando quando arrivò Antonio (Berto, // cielo è rosso, p. 242)4. Nel secondo caso quasi non esistono limiti a ciò che si può intercalare fra gli elementi in questione : Sta molto bene in quella ditta, senza preoccupazioni per il futuro, con uno stipendio favoloso (ecc), lavorando .Ci troviamo dunque di fronte a, da una parte, un uso combinato con un alto grado di coesione sintattica fra sto (ecc.) e cantando e, dall' altra, un tipo di sequenza dove questa coesione fra tali entità è inesistente. La spiegazione del fenomenodeve necessariamente essere che nel primo caso si tratta di un costrutto che ha un carattere unitario e nel secondo di un impiego senza un rapporto del genere fra le due entità. Il parallelismo con il comportamentodegli elementi ho (ecc.) e cantato s'impone facilmente. Si confrontinole due frasi Ho scritto una lettera e Ho davanti a me una lettera scritta su un pezzo di carta da imballaggio. Nessuno vorrà sostenere che si abbia a che fare con due impieghi identici.

La coesione fra sto (ecc.) e cantando s'illustra ulteriormente se esaminiamo
l'effetto di un avverbio normalmente messo dopo il verbo e compatibile
con il solo e nudo verbo stare oltre che con il lessema delle forme
sto (ecc.) cantando, mettendolo in posizioni diverse. Nella frase Sta lavorando
bene una sostituzione di sta lavorando con lavora è perfettamente
possibile in un dato contesto. Se però si pone bene in posizione intercalata,
la sequenza cambia chiaramente carattere. In Sta bene, lavorando, sta
lavorando non è sostituibile con lavora. Invece solo l'elemento lavorando
si può sostituire con p.e. quando lavora e il solo sta potrebbe eventualmente
sostituirsi con si trova. Un aggettivo di questo tipo quindi, se
intercalato, spezza la qualità unitaria di sto (ecc.) cantando e i due elementi
prendono un carattere indipendente. In altri termini, la coesione
delle due entità non tollera la posizione frapposta.

Dalla discussione precedente emana un altro fatto importante. Come abbiamo visto, in Sta lavorando bene, ossia nella sequenza in cui gli elementisto e cantando mostrano un alto grado di coesione, sta lavorando permette la sostituzione con lavora, forma contenente il lessema lavor- e il grammema -a. Il lessema dell'ultima forma è lo stesso dell'elemento lavorando del primo costrutto, mentre il grammema -a sostituisce tutti e due gli elementi sta e -ando. Ciò, a nostro parere, dimostra assai eloquentementeche il lessema vero e proprio di sta lavorando è lavor- e che sta e -ando insieme hanno una funzione grammaticale, vale a dire si presentano come un* unità morfemica con funzione di grammema sullo stesso piano



4: Longanesi, Milano, 1965 («T libri pocket»).

Side 16

del grammema -a della forma lavora. Invece, in Sta bene, lavorando, un tipo di sequenza dove la suddetta coesione fra sto e cantando non c'è, una sostituzione analoga non è possibile, in quanto così sta come cantandorichiedono d'essere resi indipendentemente, ossia con due diversi lessemi corrispondenti a quelli in sta e cantando.

Ora mi si opporrà un'altra considerazione, e cioè: in che cosa consiste, in fondo, la differenza fra sto (ecc.) cantando e sto bene, ossia fra il nostro costrutto e sto (ecc.) modificato da un avverbio? L'idea base di un'obiezione simile, poggiantesi su principi puramente formali esterni, è che in ambedue i casi si tratta del verbo stare modificato, completato, da un elemento in posizione o funzione avverbiale. Stare avrebbe quindi dappertutto una natura indipendente. Se applichiamo però ancora una volta la prova di commutazione, ci rendiamo conto che non è così. In due frasi come Sta bene adesso e Sta cantando adesso, sta nella prima frase è sostituibile con si trova ma non lo è affatto nella seconda, essendo Si trova cantando adesso una frase impossibile in italiano. Come già rilevato, l'unica sostituzione possibile in una frase quale Sta cantando adesso è quella di sta e cantando insieme con canta. Data questa situazione, si deve concludere anche in questo caso che sta non ha la medesima qualità nelle due frasi. Questa è la differenza essenziale fra i due tipi di sequenze sto cantando e sto bene.

Certi sosterranno forse che accettare di considerare sto (ecc.) cantando come una forma verbale, poiché questa è composta da forma verbale fformaverbale, la conseguenza che ogni sequenza esterna forma verbale + forma verbale è da considerarsi come un'unità costituente forma verbale. Un ragionamento del genere pecca, a nostro parere, di un formalismo troppo rigido e semplificato. Prima di tutto, esiste un tipo di sequenza che esternamente presenta l'aspetto di forma verbale + forma verbale, e cioè ho cantato, avevo cantato ecc, anche oggi comunemente concepito e analizzato come un' unità costituente forma verbale, senza che per questo si sia addotta la necessità di vedere in ogni sequenza esternanamenteaffine un'entità di natura identica. Una sequenza quale p.e. voglio cantare in realtà differisce sotto vari aspetti da sto cantando. Le sue caratteristiche pertinenti mostrano che non possiede minimamente quella qualità unitaria che distingue sto cantando. L'alto grado di coesione dell'ultimocostrutto, per esempio, è inesistente nel tipo voglio cantare. Praticamente ogni tipo di elementi compatibili con la categoria del verbo si può inserire fra le due unità, p.e. come in Posso decisamente, in qualunque

Side 17

momento, oggi, domani, in un futuro prossimo o lontano, aiutarti, se lo desideri. Anche intere frasi possono apparire in posizione intercalata: Posso, e tu lo sai benissimo, dirti molte cose su questo punto, Il carattere delle due entità nel tipo voglio cantare rimane indiscutibilmente il medesimodappertutto, che la sequenza sia voglio cantare o voglio cantare con ogni specie di elementi intercalati, mentre, come già discusso, questa non è la situazione di sto cantando. Ricordiamo poi che le due unità della sequenza di cui stiamo parlando possono ambedue essere modificate ciascuna, contemporaneamente, da un avverbio, come p.e. in Adesso voglio partire domani. Non c'è ombra di dubbio che adesso modifica il lessema di voglio e che domani si riferisce al lessema di partire, cosa che dimostra che le due entità possiedono il loro pieno valore lessicale e quindi indipendente. Se tentiamo una prova di commutazione, siamo portati alla stessa conclusione. In una frase come Voglio cantare esiste un rapporto di sostituzione fra il solo elemento voglio e p.e. il costrutto ho la volontà di, mentre, come sappiamo, è impossibile una sostituzione del solo sto in sto cantando (con mi trovo).

Quello che è stato detto su sto (ecc.) cantando non vale nella stessa misura per vado (ecc.) cantando e vengo (ecc.) cantando. Quando il tipo stare cantando nella lingua appare quale sequenza continua, ossia foneticamentesenza pausa e graficamente senza interpunzione, si tratta sempre del costrutto dalle qualità unitane. Per quanto concerne andare cantando e venire cantando, le cose si presentano diversamente, in quanto una sequenza continua con queste entità può, a seconda dei contesto in cui s'inserisce, sia avvicinarsi a stare cantando (unitario) sia essere parallela a stare ( ), cantando (non unitario). In frasi quali La sua agitazione andava crescendo (A. De Angelis, // Commissario De Vincenzi, p. 188)5 o ciò che la teologia è venuta mettendo in luce negli ultimi due secoli {Epoca, n° 930, p. 8),6 andava crescendo ed è venuta mettendo ammettono lessemicamente una sostituzione rispettivamente con stava crescendo ¡cresceva e ha messo. In altri frasi, p.e. in Andava accattando per le strade di Milano e Poco fa un signore è venuto chiedendo di te una sostituzione simile è esclusa, in quanto i due elementi dei costrutti dovrebbero sostituirsi indipendentemente (p.e. andava accattando con



5: Feltrinelli, Milano, 1963.

6: Milano, 1968.

Side 18

girava mendicando ed è venuto chiedendo con si è presentato domandando). Nei primi casi andare cantando e venire cantando così sono affini a stare cantando, mentre negli ultimi rappresentano una sequenza della stessa natura di p.e. Cammina barcollando.

Un altro aspetto dei costrutti in discussione, e non di poca importanza per la loro definizione, è l'esistenza o no nella lingua odierna dei diversi tipi paradigmatici di ciascun costrutto. Quanto ad andare cantando e venire cantando, il repertorio si presenta completo potendo gli interi costrutti coniugarsi così variamente come i soli andare e venire. Si vedono sequenze quali sono andato/venuto cantando e andai/venni cantando nella stessa misura di vado/vengo cantando o andavofvenivo cantando. La situazione di stare cantando è però fondamentalmente diversa, perché sono inesistenti forme come sono stato e, stetti e, ero stato e. ecc, vale a dire le forme che contengono un «ausiliare» composto oltre a stetti cantando. Paradigmáticamente, quindi, le forme del tipo stare cantando s'inseriscono agevolmente nel sistema verbale italiano. A differenza di quanto si vede in spagnolo, nella quale lingua forme quali he estado cantando, estuve cantando ecc. si pongono al lato di he cantado, canté e così via, in italiano le forme composte da stare + cantando sono tutte di un'unica qualità aspettuale, e cioè caratterizzate da una marca aspettuale imperfettiva, non venendo così a «competeré» con nessun altro gruppo di forme, in quanto cantavo, canto ecc. in realtà devono classificarsi forme aspettualmente non marcate. Viste così, le forme che discutiamo costituiscono in blocco un puro completamento del repertorio aspettuale del verbo italiano. La stessa inesistenza dei costrutti stetti cantando, sono stato candando ecc. indica una situazione di totale ed estrema integrazione nel sistema verbale italiano. Se si vogliono classificare le nostre forme in modo diverso., credo sia assai difficile spiegare l'assenza dei suddetti costrutti, e certamente non si può non tener conto di fatti così peculiari. La spiegazione più naturale e accettabile è perciò, a nostro parere, quella dell'integrazione funzionale più completa nel sistema verbale, ossia che il paradigma o repertorio aspettuale del presente, come appare nello stato di lingua attuale, è cantol, sto cantando, ho cantato, quello del futuro canterò, starò cantando, avrò cantato e così di seguito.

3) II quadro che stiamo tracciando non è completo senza che si tenga



7: Prescindiamo dalle forme del congiuntivo.

Side 19

conto dei fattori semantici, ossia il lato del contenuto del segno linguistico. Malgrado le tendenze o correnti nella linguistica moderna che hanno voluto e vogliono astrarre da tale aspetto della lingua, resta il fatto indiscutibileche molto spesso le lingue naturali non presentano un lato dell'espressioneche da solo permetta un'analisi esauriente e veritiera. Solo se si aggiungono i fattori contenutivi le cose appaiono più chiare e si scopre una realtà linguistica più profonda e perciò più completa e vera. Così anche in questo caso. Il grado di coesione e i fatti di sostituzione o commutazione riguardanti stare (ecc.) cantando trovano il loro riscontro o, si può forse anche dire, la loro spiegazione nel lato contenutivo del costrutto. Nella combinazione del tipo stare + cantando, il significato del lessema del verbo indipendente stare è talmente attenuato, smorzato, che quest'elemento insieme ad -ando forma un'unità contenutivi che si deve definire di natura grammaticale. Tale unità contenutiva, la quale comprendesempre un'indicazione aspettuale e, in alcune forme, indicazioni di tempo, modo, numero e persona, costituisce il lato del contenuto dell'unitàmorfemica stare (ecc.)-ando che funziona come grammema. Questa particolare unità semantica è salvaguardata da quel fattore esterno che è la coesione. Se i limiti della coesione sono infranti, si spezza anche l'unità semantica, i due elementi prendendo un carattere semanticamente indipendente.

Per quanto concerne la semantica dei costrutti del tipo andare cantando e venire cantando, essa si presenta diversa da quella di stare (ecc.) cantando. Alla differente situazione esterna rilevata corrisponde una situazione distinta interna. Questi costrutti conservano in ogni caso un elemento del significato del lessema di andare e venire, in quanto contengono un'indicazione di estensione dell'azione. Tale concetto è sempre presente nei casi in cui i costrutti hanno il carattere maggiormente unitario, che si tratti del tipo vado cantando, andò cantando o sono andato cantando. Semanticamente non esiste una differenza così netta fra i vari tipi come fra stare (ecc.) cantando da una parte e stare (ecc.) ( ), cantando dall'altra. Esistono, si può dire, solo sfumature. I lessemi di andare e venire non appaiono quindi veramente grammaticalizzati al pari di stare in stare (ecc.) cantando.

È dunque per i motivi che siamo venuti adducendo che ho scelto - e scelgo - di classificare i costrutti del tipo stare cantando come forme verbalivere e proprie, le quali in qualità di forme composte si pongono formalmente al iato di ho cantalo, avevo cantato ecc, ma che funzionaimente,come

Side 20

mente,comequeste, sono da considerarsi parte integrante del sistema verbale. I costrutti del tipo andare cantando e venire cantando invece devonoessere definiti locuzioni verbali apparentate in primo luogo formalmentealle forme verbali stare (ecc.) cantando, ma complessivamente differenti da queste sotto gli aspetti sintattico/funzionale e semantico.B

Kolbjò'rn Bliicher

BERGEN



8: Una soluzione simile è stata adottata per quanto riguarda le forme corrispondenti in spagnolo da Charles Rallides in The Tense Aspect System of thè Spanish Verb, The Hague, 1971. Ved. p. 7, pp. 19 sgg.