Revue Romane, Bind 4 (1969) 1

Punti controversi della grammatica italiana

PAR

IVAN PETKANOV

Fra i punti controversi della grammatica italiana vorrei rilevare soprattutto due. Il primo di essi concerne la pronuncia della sibilante -s- intervocalica in parole semplici1. Oggi la pronuncia sonora della -s- pare sia in pratica da tutti ammessa tanto da invadere perfino il campo delle parole composte (risalire, presupporre, risorgere, ecc.) tendenza quest'ultima che viene ritenuta giustamente abusiva e di gusto regionale. Gli avvertimenti di alcuni autori di grammatiche e di dizionari di tenere distinta la -s- in vocaboli come naso, roso, casa, speso, da quella in vocaboli come paese, presenza, chiesa, base sembra non vengano sempre osservati in pratica neanche da coloro che li propongono. La pronuncia sonora della -s-. oltre ad evitare l'equivoco in casi come casa e cassa, speso e spesso, persuade con la sua semplicità che costituisce uno dei motivi del suo successo oltre a quello, indubbiamente più decisivo, di essere propria in modo speciale dell'ltalia settentrionale. La pronuncia di naso come nassa, di roso come rosso, di casa come cassa, di speso come spesso sa ormai di provinciale o di vernacolo con tutto il doveroso rispetto per l'importanza storica del fiorentino e dei dialetti toscani. Per una nuova soluzione della questione della pronuncia della -s- sembra propenda anche un eminente linguista italiano, il prof. Tagliavini, il quale scrive a questo proposito: «È probabile che, nello sforzo di giungere a una pronuncia generale comune per tutta l'ltalia, finirà col prevalere la pronuncia sonora di -s- intervocalico, nel qual caso saranno i Centro-meridionali (e parzialmente i Toscani) ad adeguarsi al modello settentrionale, sentito come più «fino» e «distinto»2.

Il secondo punto che mi preme sollevare è relativo alla coniugazione



1 : Cfr. la mia Grammatica italiana, Sofia 1956, a p. 52.

2: C. Tagliavini, La corretta pronuncia italiana, Bologna 1965, a p. 164.

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dei verbi3. Non quattro ma tre gruppi di verbi: -are, -ere, -ire come in questi ultimi tempi si va generalmente ammettendo. Però per i verbi in -ire sono da considerarsi regolari in primo luogo i verbi con l'infisso -iso-. Infatti, i verbi con -isc- costituiscono oggi quasi la totalità dei verbi di quel gruppo. Essi sono anche i soli produttivi, i soli atti a creare forme nuove: impulsile, eccerpire, elegantire, campire, graffire, ecc.4. Essi continuano per altro le condizioni del latino volgare dove la forma incoativa (scomparso ogni valore incoativo) ha prestato il suo infìsso a tutti i verbi di quel gruppo rimanendone ancora esclusi solo dieci verbi regolari: avvertire (ed altri composti di vertere), cucire, dormire, fuggire, partire (= dividere, ma in poesia anche parto: «Ecco io parto tra voi quella foresta ». Carducci), pentirsi, seguire, sentire, servire, vestire. Questi dieci verbi rispecchiano, per l'aspetto che ci interessa, le condizioni del latino classico; quindi non è da quest'ultimo che muove l'italiano per dover attribuire ad essi un carattere regolare. Sono essi invece che dovrebbero rimanere in quel gruppo come eccezioni (relitti) : verbi senza -isc- del gruppo in -ire.

Ivan Petkanov

SOFIA



3: cfr. la mia Grammatica . . „ p. 180 e sgg.

4: B. Migliorini, Parole nuove, Milano 1963.